Paolo Carlucci per Donatella Giancaspero su Ma da un presagio d'ali
![]() Ma da un presagio d'ali
|
|
autori: | Donatella Giancaspero |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
Recensione a cura di Paolo Carlucci
pubblicata su Literary nr. 1/2016
"Ma da un presagio d'ali", Donatella Giancaspero
(La Vita Felice, 2015) € 13,00
"E se ti volgi,/ se ti volgi a svelare/ il fiore racchiuso/ nelle segrete parole,/ se ti volgi/ ti protendi a versare/ in un rosso silenzio/ il copioso sentire del cuore,/ t’inazzurra lo sguardo/ l’infinita specchiera/ del mare". Poesia come neuma del plettro di sé, quella di Donatella Giancaspero, che, in una toccata di colori, non solo "un’alba", ma il calendario interiore di emozioni, di amori e di sguardi va musicando sulla pagina.
Sillabe come timbri in "una crepa di vento" si radicano brevi incisi di parole nella febbre del dire … Prendiamo a riprova di ciò il ritmo anaforico dell’emistichio verbale "se ti volgi": non solo campeggia il climax di un appello a sentire, con gli occhi, il copioso sentire del cuore, che è porta e... chiave di violino che dà il la alla visio - largo dell’alba, svelando, nella natura, "il fiore racchiuso nelle segrete parole", sinesteticamente alate, di una complessa e vibrante rete di evocazione lirica e pittorica. La volontà di far affiorare lentamente, come in una interiore musica da camera, Guaches de l’ile de moi, sembra essere questa la vela - vena stilistica della Giancaspero, che, in questa sua ultima silloge, ricomprende poesie varie e disperse, tra il 2000 e il 2014, come documenta la nota in fondo al volume, "Ma da un presagio d’ali".
La partecipata e ricca prefazione di Plinio Perilli lumeggia con ampiezza la genesi sin-estetica della poesia della Giancaspero, con richiami all’arte, alla musica, ai maggiori lirici del Novecento, cui in parte la poetessa guarda, riverberando però sempre se stessa come voce di battiti e di ricordi, di un canto soffio che scintilla braci di vita, scintille d’infanzia, sempre presenti nel suo vissuto poetico. Si spiega così, almeno in parte, l’uso dei versicoli adottati nelle varie poesie delle sezioni di cui il volume si compone, leggibile come indugio sulla parola, sul suo essere tessera - nota di un ordito armonico che vibra, basso e tenue nella profondità, che dà poi improvvisa luce d’impromptu. "Ma dal vivo/ di un vento che assale,/ che sferza/ il più superbo orizzonte/ che sfibra/ una sonorità sofferta/ di frantumate sponde, il tuo silenzio/ si leva alto,/ come aroma istantaneo:/ semplice/ nudo / in sé mi contiene".
Ma anche l’arte, come artigianato della meraviglia, caratterizza la biografia della poetessa: ecco allora i versi dedicati a Ettore Consolazione, nella sezione, "Se una crepa di vento", già editi in edizioni d’arte e qui riproposti con qualche modifica, in cui si sente la forza del ricordo e del dolore della vita farsi più acuto. E quello sguardo che sempre abita la poetica di Donatella Giancaspero ritorna imperiosa e sofferta chiave di volta: Vedi / come si apre / dentro lo sguardo / proprio della coscienza, / questo spazio piano, come continua, / oltre lo strato superficiale…
Si palesa in forme aguzze, / nere cuspidi / dall’impervio significato, sporgenti al di qua, / a fronte delle nostre vite, / inermi assediate / dal dolore / piegate già / prive di scampo.
E così, in questa musica di sguardi che interiorizzano stati di essere, si risolve problematicamente la poetica di una voce sottile ferita d’ombra che tende al ritrovato approdo di uno stupore, che si fa nota di parola per "un rinnovato amore all’orizzonte/ un’ isola". Quell’isola scrigno di cui abbiamo colto, pagina dopo pagina, i colori del cielo del cuore - isola, della Giancaspero.