Per il 25 aprile: Estratto da La solita storia di Nicoletta Bidoia
![]() Come i coralli
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autori: | Nicoletta Bidoia |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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La solita storia
C’è una foto dalla Bosnia,
sguardo celeste-seppia col violino,
ma nel reparto di rappresentanza
lui suonava il basso tuba.
Perfino Tito lo ha ascoltato a Sarajevo,
magari non distinto bene
nella truppa, ma c’era.
Giorni dopo, a Mostar
nel distaccamento,
sono apparsi dal niente
camion di tedeschi.
I loro comandanti – il potere di prima –
Li portarono a Dubrovnik
nel viaggio amaro dell’internamento.
Un vagone bestiame li tenne stretti
per diciassette giorni: aperti di mattina
per togliere lo sterco,
poi niente.
[…]
Destinazione Trier, il Belgio del confine,
e nello smistamento
chiedevano manodopera
le fabbriche di materiale bellico
o le manifatturiere – sempre le mani degli altri
chiede chi vuole vincere.
Volevano mani, possibilmente
senza bocche.
[…]
Venne poi Nordhorn,
sul confine con l’Olanda, in una ditta tessile
poco lontano dallo Stretto.
Ma a pensarci non è male
se nell’inverno del Nord Europa
a venti gradi sottozero,
zoccoli olandesi aperti
– come i nativi quando è estate –
col materiale di risulta
ti puoi salvare i piedi.
La carota galleggiava sull’acqua,
a volte qualche rapa,
una fetta di pane nero ogni due giorni
con formaggino rancido. La sera, brodaglia.
E sempre la marcia in tedesco,
come tutti gli altri nella guerra, ma le spine
conficcate nel pensiero erano gli aerei
di ritorno dall’incursione,
se si liberavano degli ordigni
sulla linea di confine
e su teste irrilevanti
– le loro –
che aspettavano il colpo.
[…]
L’ultimo mese ad Essen,
nella Ruhr, in un cantiere
a costruire carri armati
e mitragliatrici per un Reich
morente e incattivito.
Dopo fu Amburgo,
dove li misero in colonna per deportarli tutti
in un campo finale di Polonia.
Ma scapparono
e nella notte nascosero il terrore
in un pollaio.
Levarsi la mattina fu guardarsi liberi,
con le piume in testa che sembravano poesie.
La benedizione arrivò dai contadini
con il latte.
[…]
Tornare sì, 38 chili,
ma prima, già in Italia
in un camion che riporta a casa,
la mano di un prete non ti vuole
e se insisti di salire
stacca le tue dita dalla presa
e scaraventa a terra le quattro ossa.
[…]
E arrivare fin qui, ai 92 nel ’13, lui
socialista di Nenni e di Pertini,
a imprecare contro il Cavaliere
e a gridare maledetto alla tv
a chi negli anni come Craxi
ha tradito un ideale.
Ma la guerra – con chi è caduto –
resta là, indimenticata
e sempre nuova, sullo sfondo
del suo Novecento.