Poesia: intervista a Luisa Pianzola
![]() Salva la notte
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autori: | Luisa Pianzola |
formato: | Libro |
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Luisa Pianzola, autrice della raccolta poetica SALVA LA NOTTE
INCONTRARE LA POESIA DI LUISA PIANZOLA
di Lorenzo Gattoni
(Intervista pubblicata su “Il Monte Analogo”, n.14, dicembre 2011, pp. 36-45)
Uno strattonamento: questo si avverte leggendo la poesia di Luisa Pianzola. I suoi versi infatti mutano costantemente direzione, non assecondano mai il lettore, si sottraggono alla sua attesa e in questo modo si crea uno scarto, uno smottamento, una continua dissonanza come se il testo cercasse di andare oltre… Così anch’io sono curioso di incontrare di persona Luisa Pianzola, ascoltare dalla sua voce il pensiero che anima i suoi versi, quello che nomina e richiama la poesia con il desiderio al tempo stesso di superarla, per dare alla poesia il senso di una continuità tra scrittura e arte. […]
Lorenzo Gattoni:
La mia prima curiosità riguarda la sua attenzione al mondo animale: nel corso della sua scrittura la presenza di animali (mucche, cani, insetti, ragni) è una costante che parte dal primo libro e arriva all’ultimo, animali colti nella loro presenza fisica e anche nella loro a volte inquietante animalità. Si attiva una strana torsione tanto che, in particolare in Salva la notte, ultima sua opera, l’uomo stesso viene retrocesso, equiparato a un essere animale tra gli altri. L’animale è immediatamente corpo, nei suoi testi tutto è fisico, concreto…
Luisa Pianzola:
Premetto che le “presenze” nella mia scrittura (in questo caso gli animali) non sono mai programmate, ma compaiono da sé, quasi si impongono, e quindi è solo a posteriori che posso valutarne il ruolo e il significato. Questo anche se naturalmente ne percepisco il valore simbolico, universale, già mentre scrivo, altrimenti opererei una sorta di censura preventiva, e non ve ne sarebbe traccia nella mia scrittura. Gli animali mi hanno sempre attratto, in una specie di empatica e solidale fratellanza. Sono loro, davvero, gli “ultimi”, nel nostro mondo, e stare dalla loro parte significa per me rifiutare la visione antropocentrica dell’universo che sento, da sempre, come una forzatura, un sopruso, il frutto di una ristrettezza di orizzonti. Non vorrei, comunque, apparire come una animalista fanatica: sto parlando di cose molto interiori, intime, di un modo di intendere la vita e gli esseri viventi in generale.[...]
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