R. M. Rilke – “Poesie” – postfazione di P. Barbieri su Giaime Pintor
![]() Poesie (Rilke)
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autori: | Rainer Maria Rilke |
formato: | Libro |
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Le poesie qui raccolte sono state scelte e tradotte da Giaime Pintor. Su di lui verte la postfazione di Paolo Barbieri
Aveva solo ventiquattro anni Giaime Pintor quando, il primo dicembre del 1943, nelle campagne di Castelnuovo al Volturno, mentre con altri antifascisti tentava di raggiungere le formazioni partigiane del Lazio, venne dilaniato da una mina tedesca. Laureato in legge ma con una grande passione per la letteratura, soprattutto quella tedesca, Giaime Pintor, tenente dell’esercito, durante i quarantacinque giorni del governo Badoglio fu tra i giovani che a Roma chiamarono il popolo alla resistenza a sostegno dei reparti armati a Porta San Paolo. Poi, caduta la capitale, varcò le linee tedesche per raggiungere Brindisi e Napoli dove organizzò gruppi di volontari insieme al generale Pavone. Deciso a combattere la dittatura fascista si arruolò nell’esercito britannico nel Meridione d’Italia ricevendo l’incarico di guidare un gruppo di soldati per raggiungere i partigiani nel Lazio. Una missione che gli fu fatale.
Giaime Pintor, per il suo coraggio e per la sua tragica fine, è diventato dopo la guerra un’icona della Resistenza: il giovane intellettuale, proveniente da una famiglia borghese e cresciuto sotto il fascismo che sceglie la lotta armata per contribuire a liberare l’Italia dalla dittatura nazi-fascista.
Nonostante la giovane età, Pintor era già considerato una promessa della letteratura italiana. Con Leone Ginzburg, Cesare Pavese e Massimo Mila, durante il suo soggiorno a Torino, fu tra i primi collaboratori della nascente casa editrice Einaudi inoltre su riviste quali Oggi, Primato, La ruota, Aretusa, Letteratura e Campo di Marte, scrisse articoli contro il regime con lo pseudonimo di Mercurio e Ugo Stille (nomignolo condiviso con l’amico Misha Kamenetzky che in seguito lo farà proprio) e importanti saggi letterari.
Studiò Wolfgang Goethe e Friedrich Nietzsche e tradusse le opere di Rainer Maria Rilke, Heinrich von Kleist e Hugo von Hofmannsthal. In collaborazione con il germanista Lionello Vincent curò, per il progetto Pantheon dell'editore Bompiani, la grande antologia Teatro tedesco, che conteneva anche alcune sue traduzioni e una serie di brevi saggi critici. Inoltre nel 1942 promosse un'edizione del Saggio sulla rivoluzione di Carlo Pisacane, in cui egli vide una matrice socialista. La sua opera principale resta la raccolta di saggi Il sangue d’Europa, pubblicato postumo come tutte le sue opere da Einaudi e curato da Valentino Gerratana, il filosofo e critico che ordinò i Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci.
È stato un’icona per molti giovani, un modello cui guardare. Poi con i revisionismi giornalistici da quattro soldi e gli squallidi tentativi di questi anni di riabilitare i fascisti, sostenendo che, in fin dei conti, anche gli antifascisti non erano poi quelle anime belle, si è arrivati ad infangare anche Giaime Pintor sostenendo, per esempio, che era una spia inglese e che tutto sommato aveva simpatizzato per il fascismo e per il nazismo. Che si fosse arruolato nell’esercito inglese era noto ma a distanza di anni, c’è stato chi ha preteso di far credere che lo avesse fatto per denaro e non per spirito patriottico.
Mirella Serri, ne Il breve viaggio. Giaime Pintor nella Weimar nazista e poi nel libro I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte. 1938-1948 ha ‘rivelato’ la recensione fatta per Primato, la rivista del fascista Giuseppe Bottai, sul convegno degli scrittori tedeschi a Weimar, imputandogli di avere di fatto sostenuto il nazismo. Una notizia ghiotta per chi aveva come scopo la demistificazione degli antifascisti, in realtà proprio quella recensione era più che nota: era infatti stata pubblicata assieme alla notizia del viaggio a Weimar da Valentino Gerratana nell’introduzione a Il sangue d’Europa dove, attraverso una seria memorialistica, veniva spiegato come Primato cercasse di stabilire un contatto con quei giovani intellettuali che, pur cresciuti sotto il regime, avevano chiaramente scelto un’altra strada.
In questi anni c’è anche chi ha accusato la sinistra di aver fatto credere che Giaime Pintor aveva scelto di aderire al Partito comunista. Un attacco, quest’ultimo, mirato più a colpire il fratello, Luigi Pintor uno dei fondatori del Manifesto che ha conservato la memoria di Giaime con pudore. «Buon Dio» ha scritto Rossana Rossanda anni fa replicando a queste accuse «è morto a ventiquattro anni! E i partiti cominciavano appena a definirsi! Non esiste più una decenza?».
Ripubblicare oggi le poesie di Rainer Maria Rilke tradotte da Giaime Pintor forse è la risposta migliore alle polemiche di questi anni facendolo conoscere per quello che è stato veramente. Era un ragazzo che amava la poesia e la letteratura e forse anche per questo amava la libertà. Forse anche per questo è morto saltando in aria su una mina.
Paolo Barbieri