S. Contessini per A.G. Marigo
![]() L'essenziale curvatura del cielo
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autori: | Adriana Gloria Marigo |
formato: | Libro |
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Salvatore Contessini per A.G. Marigo e "L'essenziale curvatura del cielo"
La curvatura concava
Una curvatura di cielo “essenziale” quella presentata nella silloge di Adriana Gloria Marigo, alla quale non siamo avvezzi, soprattutto noi spostati a meridione, lontani da influenze retiche o mitteleuropee, pericolosamente vicini al clima “levantino”, abituati alle rosseggianti e piane sfumature del sole che non si nasconde tra le chine dei massicci alpini e invece chiama ad ogni ordine di abbondanza e di eccesso.
L’essenziale vira all’asciutto, allo scarnificato, all’uso parsimonioso della parola mai vana, alla sostanza ponderale del lemma che deborda in una raffinata ricercatezza, tale che il verso se ne arricchisce come valore aggiunto non solo di linguaggio, ma anche di pensiero. Persino l’uso della punteggiatura è provvisto di sintesi sottrattiva, che quando impiegata ne esalta la funzione.
La lingua si assesta su una scala alta di significazione e proposta/riscoperta di termini al di fuori del comune uso del linguaggio. Non si tratta di una aristocratica esclusione, quanto di una didattica offerta di vocaboli confinati agli angoli dei poligoni in cui quotidianamente la parola viene relegata.
La raccolta si presenta priva di un tema univoco, anche se l’amore la fa da padrone, nel rimbalzo continuo tra Io e Tu che viene costituendo una doppia centralità focale attorno alla quale si sviluppano, ben organizzati, i testi. Tuttavia, come ovvio, mentre l’Io rimane fuoco fisso, la terza persona varia. La sua connotazione mimetica lascia intuire che il Tu maschile a cui Gloria si rivolge non è sempre lo stesso: una volta è consunzione e distacco, un’altra sperimentazione e incognita. In alcuni passi prende le forme di una personalità attrattiva, in altri la personificazione al maschile indossa panni di una condizione repulsiva. Non sembrano presenti progetti condivisi di unione, piuttosto coscienti attimi partecipati. In questo trovo una maturità espressiva ed evolutiva del sentimento amoroso e per questo ne provo vivo apprezzamento. La narrazione esce dai canoni consueti delle rappresentazioni di amori struggenti ed entra in una dimensione tutta da scoprire, nuova, raccontata con una profondità che certo non è meno coinvolgente delle passioni adolescenziali o dei grandi amori giovanili.
Quello che si consuma nell’autunno non è meno vibrante di quanto si è esaurito in giovinezza, e questa consunzione accade per elementi: il vento che gonfia la vela e porta via; l’acqua, mezzo che consente la navigazione per altre terre. Il duplice destino di corolla e spina potrebbe attagliarsi a questa dimensione amorosa.
Ma oltre questa tematica, quella del colore unitamente ai componimenti in cui Io e Tu si fanno Noi e la presenza costante di una natura sempre amica sono le altre cifre attorno alle quali si dipana la coraggiosa vetrina espositiva che Gloria ci consente di condividere. Carminio, bianco, giallo (che prelude al cambiamento) e molto verde, qua e là richiamato, sembrano essere precise codifiche cariche di significazioni esclusive che l’autrice ci fa capire esistono, senza svelarcene l’intima significazione attribuita.
Incontriamo versi che, pure nella velata manifestazione del dolore, non perdono mai la levità liberata dallo spirito di gravità. Per tali componimenti si ha la sensazione che manchino radici, sempre sospesi da terra, pronti a muoversi ai minimi refoli d’aria in direzione di una grazia che si fa regalo. Versi impermanenti nel contenuto di filigrana eretica, ma capaci di insinuarsi negli strati emozionali più profondi e da lì germinare in supposizioni nuove o in paesaggi sconosciuti.
“Di questo sogno sono state toccate le sponde mobili” e la lettura di “l’essenziale curvatura del cielo” si è fatta dono inatteso per l’anima che si vuole liberare dai legami terreni: è un’opera che supera il genere e parla una lingua universale.
S.C. - Novembre 2012