S. Contessini per Carlotta Pederzani
![]() Sintesi additiva
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autori: | Carlotta Pederzani |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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LA PAROLA CHE VIVE
Sintesi Additiva, la raccolta di poesie di Carlotta Pederzani che approda alle stampe per la collana Agape della casa editrice La Vita Felice, propone fin dal titolo la prospettiva di una mescolanza di stimoli sensitivi, che nella loro sovrapposizione ne creano di nuovi. È una veduta che prosegue nella presentazione di Salvatore Martino, tra “l’attempato signore”e la “fanciulla”. Richiami, questi, di carattere generazionale che si presentano come leitmotiv della premessa stessa, prescindendo dai contenuti e dai temi che la silloge racchiude, ma rimarcando la sorpresa ed il piacere della lettura. Vorrei distogliere subito l’attenzione dalle considerazioni riferite all’anno di nascita di Carlotta, che certamente è una singolarità per i tempi che viviamo e per gli orientamenti che seguono la gran massa dei giovani: alla Nostra non manca certamente nulla, anzi al contrario, ha qualcosa in più, una sviluppata sensibilità capace di cogliere il poetico che ci circonda e, ne sono certo, una propensione alla lettura (soprattutto poetica), che appartiene a pochi e la distingue dai molti.
E dunque mi riferisco a quanto tratta Hillman nel libro Il codice dell’anima quando espone la teoria della “ghianda” e del “daimon”: questi albergano in Carlotta e hanno a che fare con la poesia. Il carattere dato di Carlotta è la poesia, l’immagine che la sua anima ha deciso di vivere e di interpretare sulla terra, un carattere scelto con tenace determinazione.
È questo il messaggio che arriva all’animo, con una comprensione intuitiva priva di mediazione culturale e viepiù scevra da notazioni temporali che sviano alle date di nascita. La comunicazione e il dire poetico si avvalgono di campi che ancora soffrono di una definizione/collocazione da parte di chi legge, ma che pur presenti determinano via via un piacere che si trasforma in empatia, comunione e trasmissione di delicati sentimenti articolati in un linguaggio alto.
Nei testi della silloge, per riprendere il filo sul daimon, si coglie che il genius e la vocazione che traspaiono hanno come riferimento la parola, fin dall’inizio quando si centra chi la parola utilizza come creatore. Sono infatti le parole l’ossatura attorno alla quale si organizza l’intera raccolta, se ne sentono i clangori. Nessuno soccombe al duello poiché la sfida non ha fine. Le parole che non so scrivere /ammiccano al tramonto /nelle sere del non detto// Potessi sfiorarle/ - non più del tempo per sfuggire al tempo -…quante volte non abbiamo parole o non le troviamo? Pederzani ne ha consapevolezza tanto da scrivere: Paghiamo l’una all’altra/ il prezzo della parola.Quale sia questo prezzo ci viene indicato per il tramite della metafora, con riferimento al mito, ma poeticamente non ci è svelato. Le parole si dipanano con testi asciutti, pregni, che fanno il verso al metro orientale. Testi che sono il risultato di successive sottrazioni e che per la loro essenzialità conducono al paragone con la filosofia Zen.
Non a caso il tempo è tra i capisaldi della parola che si esprime, un tema che emerge con una consapevolezza derivata da una profonda e continua intima interrogazione. È questo stare coi piedi piantati a terra che turba e interroga il lettore, che lo porta a rileggere testi come Donna o Io per decifrare quali precoci passaggi da un’adolescenza, troppo rapidamente esaurita, hanno condotto alla formazione anticipata della donna narrata. È il miracolo della parola scritta che, anche se sincopata nell’accurata scelta del lemma, narra gli orizzonti vasti di un sapere unito alla “cognitio vespertina” che muove dalla penombra per accendere il desiderio della luce.
È sorprendente come Carlotta indichi che la strada da percorrere non sia quella che risponde a tutte le domande, per rassicurarsi con argomenti probanti, ma è quella che ti accende il desiderio della ricerca e ti lascia da solo a investigare la risposta. Una solitudine sofferta, che spesso ricorre nel vocabolo del dolore e ne parla, rappresentazione scevra da ridondanze tragiche asciutta e penetrante, affilata come una lama che riapre ferite per chi ha usato il filo del tempo come sutura. Nella sofferenza si coglie la narrazione del passaggio che spetta all’essere adulto. La silloge resta abitata da una sorta di silenzio che si dipana in punta di piedi sulla soglia del silenzio stesso. Sintesi Additiva ci conduce allo straordinario passando per la riscoperta di quanto dimenticato. Come dice Salvatore Martino “il fiore del suo pensiero è presentato come dono al lettore”.
Salvatore Contessini
Bio-bibliografia di Carlotta Pederzani