Salvatore Contessini per Cinzia Marulli con «Autobiografia del silenzio»
![]() Autobiografia del silenzio
|
|
autori: | Cinzia Marulli |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
Salvatore Contessini per Cinzia Marulli con «Autobiografia del silenzio»
Un grande dono leggere e conoscere questo bivio della vita di Cinzia Marulli. La narrazione è toccante e anche ora che scrivo sono emozionato. Occorre un grande coraggio a rendere pubblica questa tragedia e venire allo scoperto, ora che i tempi sembrano essere meno problematici per affrontare e parlare del tema di una violenza subita nell’infanzia.
Tema trattato con una delicatezza che non smentisce la grande sensibilità che caratterizza l’autrice, con un contrasto lacerante tra l'innocenza e il raccapriccio della violenza. Si passa dalla tenerezza della bambola, alla rabbia (di chi legge) della violazione del santuario del corpo. Inoltre, il percorso seguito dalla narrazione si conclude con un finale che va in direzione di una umanità che il racconto di per sè porta a non riconoscere. Tutto è reso con una forma che non capitola alla collera e che invece accoglie in un cuore grande, di madre:
di donna:
di essere umano verso un orizzonte di speranza che ci manca enormemente e di cui tutti noi abbiamo bisogno.
Immagino che decidere di dare corpo a una simile narrazione abbia comportato un travaglio non indifferente e una battaglia con i dubbi che in questi casi attanagliano chi giunge a tale ardua decisione: segno di una determinazione di genere che caratterizza la persona e ne fa riferimento per tutti coloro che a lei si rivolgono sapendo che ne riceveranno un abbraccio energetico.
Autobiografia del silenzio, titolo della silloge, quanto mi può essere caro il riferimento al silenzio, alla sua contraddittoria rappresentazione attraverso la parola, una parola asciutta, essenziale, priva di concessioni alla commiserazione. Diretta, con un percorso innocente che ripercorre un passato terribile con la lingua e l’incanto della bambina, per poi virare nella crudezza della violenza, brusca senza preparazione alcuna così come arriva inattesa la svolta raccapricciante. Noi uomini, incapaci di comprendere l’altro nella sua dimensione esistenziale, centrati irrimediabilmente verso il nostro ego, dovremmo fare ammenda anche per gli errori e il male che non abbiamo fatto, ma che può essere ascritto al nostro genere. Ecco, provo un senso di colpa nello scoprire l’indicibile che ha traviato l’innocenza e quando questo accade a una bambina al senso di colpa si associa la vergogna, il desiderio di scomparire. Non riesco a esimermi dal deragliare su quanto mi è accaduto nella lettura della raccolta, tanto grande è stato il turbamento che ha generato. E quanto grande è la pacificazione dell’indulto sincero, calmo della bambola ormai cresciuta che ha trasformato il suo dolore osceno in perdono per l’uomo nero e con lui se stessa e il genere a cui appartengo può ritrovare la riappacificazione perduta. La bambola ha ritrovato gli occhi suoi per tornare a guardare senza veli, due grandi occhi scuri profondi come un abisso in cui ci si può perdere. La poesia di pag. 47, che chiude la raccolta, è il componimento più alto, quello in cui si trasmette lo spessore di un sentimento che appartiene all’autrice e che si consegna al lettore. Un abbraccio accogliente come l’approdo per chi nei testi è irrimediabilmente naufragato. Il silenzio è il convitato di pietra della silloge, una cicatrice lunga quarantasette anni, tanti sembrano quelli a cui riferirsi se si guarda ai riferimenti indiziari che riguardano la raccolta. Un tempo immenso, un matrimonio indissolubile col quale si è dovuto convivere come sotto una tirannia:
Ancora non è dato vedere i sogni della bambola, quelli non li vedrà nessuno rimangono nel taciuto del silenzio, non come la Lettera per tutti voi che parla del segreto a cui per otto anni è stato assegnato il tempo dell’emersione per il tramite della penna che ne ha consentito la fuoriuscita, la rimarginazione di una lacerazione rimasta viva per un tempo infinito. Quanto piacere proviamo nello scoprire che la cicatrice resta come segno ma ha trovato la via dell’elaborazione e il volo di uno spirito liberato verso la luce? Non si può che ringraziare Cinzia per il dono straordinario che ha fatto a tutti coloro che si soffermeranno nella lettura e per l’intensità che ci ha regalato nei rimandi di prosa e poesia.
Giugno 2022