Salvatore Sblando per Angela Greco
![]() Personale Eden
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autori: | Angela Greco |
formato: | Libro |
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Personale Eden e la letteratura necessaria, una nota di Salvatore Sblando
Vorrei partire dalla conclusione, ovvero dai ringraziamenti, per provare a descrivere l’incontro di Aperipo-Etica del 12 giugno 2015 con Angela Greco. Non è così scontato trovare nella disponibilità di un’autrice, come Angela, che compie oltre 1000 km, la passione e il desiderio innato per raccontare del suo ultimo lavoro poetico, ma anche per parlare di poesia e letteratura.
Lo scorso venerdì, infatti, attorno alla presentazione della raccolta poetica “Personale Eden” edito da La Vita Felice, si è sviluppata una discussione tra il pubblico, l’autrice, Diana Battaggia, direttore editoriale de La Vita Felice, e me medesimo, che ha visto spaziare il dibattito attorno dalla necessità del verso lungo piuttosto che di quello breve, alla necessità o meno della metrica, dalla musicalità, all’assenza o presenza di titolo in una lirica.
Si è parlato di tecnica poetica, ma non solo, grazie ai molteplici spunti di riflessione che Personale Eden ha offerto in tutte e tre le sezioni che lo compongono, dove l’io innamorato tesse una tela finissima senza però mai cadere nell’autobiografismo e nell’autocelebrazione, si è potuto discutere attorno al valore dell’anima nel testo poetico, in una sorta di ode al sentimento più puro e onesto, scevro da ogni deriva che la società contemporanea ha creato attorno a ciò.
Una doverosa necessità, dunque, la scelta da parte dell’autrice dell’utilizzo del verso libero e dell’assenza di titoli, come liberazione da ogni catena dogmatica in favore della libertà di espressione, salvaguardando certo quella scintilla che rende unico un testo poetico; così come la musicalità innata e il verso lungo dei testi di Personale Eden, che accompagnano il canto amoroso che si sviluppa in tutta la raccolta, fanno da contraltare all’essenziale, alla sottrazione poetica tipici di certi canoni letterari contemporanei. Non necessita di essenzialità, di sottrazione della parola, la poesia di Angela Greco, perché è lo stesso sentimento che richiede ciò: non la sottrazione, ma la cifra autentica chiamata in prima persona a sé dall’autrice in ognuno dei testi che compongono Personale Eden. Ed è in un contesto di questo tipo che nasce paradossalmente anche la necessità, ben spiegata dall’autrice durante l’incontro, di contrarre alcune parole facendole diventare un tutt’uno, una sorta di neologismo. Vedono così forza e vita, nuovi lemmi come “ancoraperpoco” e “solonostre”.
Concludo, prendendo a prestito e facendo mie le parole utilizzate da Rita Pacilio nella prefazione a Personale Eden, per meglio descrivere l’unicità poetica di qust’autrice: “Per questo motivo Angela Greco, in modo montaliano, tra le righe giunge a parafrasare l’indicibile, facendoci ben sperare che le cose possano, prima o poi, svelare il segreto portato in seno”.
Salvatore Sblando
pubblicata su Il sasso nello stagno