Sanniolife - Rita Pacilio per Saverio Bafaro
![]() Poesie del terrore
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autori: | Saverio Bafaro |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Poesie del terrore – La Vita Felice, 2014 di Saverio Bafaro
Saverio Bafaro, nella raccolta poetica Poesie del terrore edita La Vita Felice, 2014, cesella in versi l’abisso struggente, mostruoso e meraviglioso dell’intero corpo del reale. Compone poesie con grande raffinatezza stilistica riflettendo il simbolico e il mondo naturale così da permettere alla poesia stessa di esaltarne la parte oscura e tenebrosa e l’istinto morfologico e antropologico di ogni cosa. Gli spazi e le parole sembrano verticalizzarsi in modo flessuoso e segreto ricercando il destino ancestrale del trionfo della vita, la sua stessa dissolvenza. I progetti e le azioni sono in continua oscillazione tra il tragico e l’arrendevole perché il concetto di libertà è affidato alla relatività della dimensione temporale che oltrepassa la bellezza del mistero e la stessa immaginazione onnipotente e salvifica della straordinaria creatività nonsense cosmica.
Un’aspra morsa feroce, una condanna sensoriale e verbale è la raccolta poetica di Bafaro che ci permette di entrare in un universo disegnato in maniera tridimensionale. Un marcato e ambiguo intreccio percettivo che invita il lettore a sensazioni diverse e a prestare instancabile attenzione al dialogo dei fatti quotidiani intrisi di amarezze e di dolore, ma nello stesso tempo di slittamenti verso la bonaccia.
Spesso la nostra comunicazione è ininterrotta con la realtà complessa e complicata del mondo: la poesia di Saverio Bafaro non è semplice: matura tra l’ermetismo e la corrispondenza, pur sempre acuta e singolare, della poesia dichiarata, che rivela, incondizionata dall’eco dell’approvazione. La sua regola è continuare ad avere un filo di voce e di estetica tra i dissidi interiori delle cose e le perfette armonie lacerate e che pur noi viviamo e amiamo nei significati più cari del pianeta. Intuire poeticamente questo processo ci vuole molta consapevolezza e un sacrosanto contatto con la poesia-terra simile al desiderio di Nikifòros Vrettakos che ha voluto tradurre l’opacità in luce.
Ho rubato un pezzo al tempo
gravido come una cagna
ho socchiuso gli occhi febbrili
a cavallo di onde perpetue
ho trovato riparo
in un porto circolare
ESTETICA NON – ARISTOTELICA
Noi che abbiamo scelto il Brutto
e letto al contrario il libro della Stagirita
conosciamo i risvolti
dell’armonico divenuto sghembo
del calmo divenuto irrequieto
del limpido divenuto oscuro
dell’ordine divenuto caos
del simmetrico non più tale
delle proporzioni volutamente saltate
***
Esiste un sorriso insano
– oltre la soglia del dolore -
impresso sul volto
come un assurdo promemoria
del tutto ignaro
della sua genesi e apocalisse
***
Tu sei lo sguardo rosso
tu sei l’uncino sulla luna
la mela avvelenata e l’impiccato
tu sei il tarlo che sgranocchia il cuore infestato
***
La macchina di finzione
sopraggiunge
alla non parole
Saverio Bafaro nasce a Cosenza nel 1982. A Roma, presso «La Sapienza», diventa dottore in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, e attualmente sta specializzandosi in psicoterapia.
Nel 2001, il Premio «Città di Scalea» pubblica la sua prima silloge di testi poetici. Tra i suoi libri successivi si segnalano: Poesie alla madre (Rubbettino, 2007) ed Eros corale (2011), disponibile in formato e-book sul sito www.larecherche.it.
Sue opere sono inoltre apparse all’interno di antologie poetiche, di rubriche come Lo Specchio de «La Stampa», a cura di M. Cucchi, e di riviste letterarie come «Capoverso» e «Poeti e Poesia», di E. Pecora.
Collabora con il blog «Postpopuli».