Su ParolaPoesia intervista a Salvatore Contessini su «La cruna»
![]() La cruna
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autori: | Salvatore Contessini |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Dialogo tra Salvatore Contessini e Diana Battaggia intorno a "La cruna" (Ed. La Vita Felice 2018)
“La cruna” (Ed. La Vita Felice 2018) è la tua quinta raccolta poetica, recentemente pubblicata con La Vita Felice. Partiamo dal titolo: vuol essere un immediato indizio di ciò che troveremo?
Il titolo rimanda a un passo biblico, riportato da Luca e Matteo, noto per la forza del paradosso del cammello e della cruna. La citazione, in quanto paradosso, lascia aperta la possibilità all’evento come plausibile, così come i testi contenuti nella raccolta narrano di passaggi stretti riferiti a una verosimile attività indagatoria della realtà che proponga analoga eventualità. Passaggi impraticabili da attraversare, se non per mezzo di nuovi interrogativi scaturiti da teorie scientifiche che danno credibilità alla deformazione dell'occhiello della cruna, secondo una misura di soggettività poetica.
Leggeremo quindi una combinazione di scienza e poesia: come dialogano queste due discipline?
Entrambe si basano sulla volontà di conoscere, di sapere e rispondono alla necessità dell’uomo di capire come sono fatte le cose, la natura, l’universo, lui stesso.
La silloge è ispirata dalle nuove teorie della realtà fisica, fondate su una sua reinterpretazione che impone una rivoluzione del pensare l’organizzazione stessa del reale. Ne è risultata una composizione in versi con inediti interrogativi, punti di vista inusuali e tematiche insolite.
In che dimensione collochi la tua poesia? Irreale, surreale, metafisica?
La potrei definire poesia dell’oltre, che vive delle parti dell’ago, strumento che consente il risarcimento di quanto strappato, ovvero l’accostamento di lembi separati che si uniscono o riuniscono per una rinnovata dimensione unitaria.
«È l’altrove, il luogo dello spirito che è sempre da ritrovare e riconoscere, il luogo che comunque permette di ripartire, nella certezza che la poesia è in grado d’indicare la strada»: è un estratto dalla prefazione di Piero Marelli al tuo libro. I tuoi testi ci forniscono suggerimenti utili per districarci nell’esistenza?
I testi raccolti nel “La cruna” sono stati scritti nel corso di diversi anni, dal 2011 al 2017.
In ogni sezione è manifesta questa linea temporale dalla data apposta a fondo testo che mi è servita per confermare la ricorrenza dei temi sui quali continuo a indagare, perché insoluti. Il possibile si manifesta come interrogazione incessante sul senso dell’esser(e)/ci, della vita, della storia.
Nella prima parte c'è una scansione indicatrice di percorsi che consentono risposte verosimili ai quesiti posti: il pensiero che non conosce limiti, l'invisibile che ci circonda ma ha le sue linee di campo in cui siamo immersi; il tempo trascorso che si fa memoria e costituisce l'inconscio quale luogo della stratificazione delle tracce indelebili che accendono i ricordi, fucina di perenne movimento.
Nella seconda parte sono stati utilizzati riferimenti araldici quali portato dei contenuti già trattati nella prima partizione.
Nel complesso dell’architettura compositiva il non detto è quanto si lascia sottinteso, con il fine di stimolare curiosità e intuizione del lettore.
Il timbro originale della tua voce, il registro, è rintracciabile in una ricerca lessicale con esiti netti ma complessi. In molti testi de “La cruna” appare una seconda persona: di chi si tratta?
L’utilizzo della seconda persona incognita è una caratteristica di scrittura che segna il personale percorso poetico e da cui non è facile affrancarsi. Non si tratta sempre dello stesso soggetto, l’interlocuzione avviene abitualmente con il genere femminile, e dove questa è assente l’introspezione diviene l’altra cifra caratterizzante.
Nelle tue precedenti raccolte, il tema del tempo è sempre stato presente. Ritorna anche ne “La cruna”?
La natura del tempo è uno degli assi sui cui la raccolta si poggia, in particolare il tempo unitamente all’invisibile, sono i temi cardine che il tutto sostengono. Il tempo ciclico, lineare, curvo, ma soprattutto, tossica sovrastruttura o variabile inquietante, è la ricorrenza insistita.
Il suo sfaldarsi quale percezione fisica induce spaesamento interrogativo che accompagna a mondi ancora incogniti, solo parzialmente esplorati. Già è complesso comprendere la cosiddetta quarta dimensione, lo spazio/tempo, figuriamoci le altre sette dimensioni della teoria delle stringhe che conduce agli universi paralleli. Cosa accade quando cambia la nostra esperienza, quando si amplia la conoscenza e il punto di osservazione? Secondo teorie della fisica quantistica, il punto di osservazione diventa parte del fenomeno osservato. In che modo questa sperimentazione diviene parte della nostra vita? Ecco allora la narrazione di mondi a noi invisibili: intuizioni su eventi accaduti o che potranno accadere.
E’ quindi il tuo un racconto di eventi?
Sì, un racconto di eventi e non di cose. Le cose permangono nel tempo, gli eventi hanno limiti temporali. Questo racconto ha trovato nella forma poetica la facilitazione di un linguaggio interrogativo e introspettivo teso a fornire una collocazione ordinata degli eventi, anche se non di tutti, almeno di quelli più intensi. Un cantare che negozia con l’altrove la formazione di un pensare, una filosofia, che ha anche riferimenti ai primordi del pensiero stesso, ma che comporta un cambiamento radicale e profondo della cultura sedimentata.
Ecco alcuni testi tratti da "La cruna" (Ed. La Vita Felice 2018)
Regressi
E se i sogni fossero finestre
su porte scorrevoli dei molti mondi?
Saresti stata un’altra vita
con le visioni sui risvegli d’oggi.
Demonica persecuzione
di un ramo che è seccato a vuoto.
Dove la tengo l’anima bruciata
sotto la teca di un cristallo
o nel concilio d’infernali colpe?
Come padrone di destino coltivato
o come demone che sfida l’assegnato?
Domande al bordo di un trasporto
che si consegna al viaggio di ritorno.
Antimateria
Non rischio di cadere se mi guardo
in rifrazioni verticali sconosciute
solo mi astengo dal presente
a ripercorrere le tracce di un sorriso.
Trovo le particelle assenti di materia
mendaci risultati interroganti
le riflessioni spoglie di luce
un’entità da meditare a fondo.
Maturazione
Eccolo il tempo del rifiato
con gli anni che si murano
oltre le contrazioni di memoria.
Ecco il ricordo di una mano
che stringe il dito adulto dell’unione
e il silenzio soddisfatto del casato.
Ora del ceppo pago s’ode la voce
il lieve fremito di foglio
il nuovo campo da vergare.
Ora le viste adulte stanno
sull’asse piano del rispetto:
regale posizione d’impari altezza.
Poetica di un ciclo
Gli angoli portatemi via e i sentieri,
il cuore segreto della notte
che soddisfa requisiti d’irreale mira,
il volo, il vuoto, gli spazi liberi dell’aria,
l’invisibile consistenza
attraversata da bracciate a nuoto,
le narrazioni predisposte ad affrontare
quello che avviene prima
che si consumi il giorno.
Lasciate pure lo sguardo imprigionato
le mura in pietra di cristalli
l’impercettibile superamento in sensi
il punto nullo ove converge il corpo
il sonno del riposo ora che dormo.
Elaborazione dati
Non sono più uno di voi
perché non lo sono mai stato,
non sono più quello che sono
perché mai riuscito.
Tutti abbiamo la cruna stretta
e il passaggio improponibile di cima;
nessuno valuta il paradosso materiale
come flusso di quantità indulgenti
e interstizi vuoti di sostanza:
si guarda al fulvo, si pensa la criniera.
Se l’esistenza pensiamo in ologramma
possono i sogni esprimere materia?
È l’interrogativo che galleggia
prima che sonno rotoli dal cosmo
e la coscienza tacitata trovi l’artiglio.
Salvatore Contessini (Roma 1953), architetto e collaboratore editoriale. Pubblicazioni in poesia:
Il sole sotterraneo della luce nera (2003); Domestico servizio (2007); Criptogrammi – tetralogia di un alfabeto rivelato (2008); A guardia del riposo (2011); Una tempesta di parole - suggerimenti accolti (2011); Dialoghi con l’altro mondo (La Vita Felice 2013). Segnalazione a Premio Poesia Lorenzo Montano 28 ed. (2014); finalista a Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “Percorsi Letterari dalle Cinqueterre al Golfo dei Poeti” 2014; vincitore Premio Int.le di Narrativa e Poesia Città di Caserta 2015. Curatele per volumi antologici:con Diana Battaggia: Fotoscritture – Istantanee di Erico Menczer – immagine e poesia (2005); Scritture urbane – Appunti fotografici di Gianfilippo Biazzo, Immagine e Poesia su Roma (2007); Arbor Poetica – Poesie su immagini di Stefano De Francisci (2011); Novecento non più – verso il Realismo Terminale (2016).