Anna Toscano - Una telefonata di mattina su Poetarum Silva
			
				 
			
			Una telefonata di mattina 
		 | 
	|
| autori: | Anna Toscano | 
| formato: | Libro | 
| prezzo: | |
| vai alla scheda » | |
https://poetarumsilva.com/2016/04/04/anna-toscano-una-telefonata-di-mattina/#more-41364

Anna Toscano, Una telefonata di mattina, La Vita Felice 2016, € 12,00 (Novità editoriale)
In distribuzione dal 10 Aprile
*
Dalla prefazione di Valeria Vigano:
Girare nel mondo, girare in se stesse. Senza uno schema tirare linee da un punto all’altro dove ci si sofferma per un po’, mai assuefatti, spaesati nonostante i gesti quotidiani dell’esistenza. Ecco cosa accade in Una telefonata di mattina. E nel nostro abitare momentaneo tra continenti non mettere l’impronta vera, ma sentirla dentro, con Anna. Sono le impronte degli incontri lungo la gittata dell’arco degli anni, donne e uomini privati, e le atmosfere di poeti universali, Borges, Benedetti. […] Possono coesistere nostalgia e futuro? Anna dice di sì, stanno in quella frazione minuscola che si sussegue a frazione minuscola, che è il presente. Le presenze abitano qui, tra queste pagine di morti e di vivi, di cani e di umani. La memoria perduta di Auguste, la prima diagnosticata dal dott. Alzheimer come disordine da amnesia di scrittura, viene raccolta da queste parole in versi che, al contrario, non dimenticano affatto rimpianti, paradossi, il contorno preciso delle cose. Parole in forma di poesia illuminate da luce chiara e limpida, impietosa nell’indicare la rotta ammattita e le ombre svelate.
*
Un giorno
Un giorno ho fatto il numero
 di una casa in cui ho vissuto
 e sapevo vuota buia chiusa.
 Ho lasciato suonare a lungo
 ma nessuna stanza rispondeva:
 il salotto ha appena girato gli occhi
 il corridoio ha sospirato un poco
 la camera da letto ha tremato.
 Una lacerazione mentre giravo
 nelle stanze con quello squillo
 impertinente, insistente, inutile.
 Che qualcuno per dio risponda,
 ma si sente solo un’eco di tomba.
*
Avevo un amore
Avevo un amore,
 molto amato,
 che teorizzava
 la sostituzione del cuore
 con un sacchetto:
 «per vuotarlo quando
 è troppo colmo» diceva.
 Io gli rispondevo
 che dentro al costato
 tenevo della moquette
 a forma di cuore,
 forse marca Ikea.
 Alla fine della storia
 lui ha svuotato il sacchetto,
 io ho passato l’aspirapolvere,
 le cicatrici le ho rammendate
 forse con del filo spinato.
*
E poi ci sono le persone
E poi ci sono le persone,
 mia nonna ai fornelli
 ad esempio
 mica è andata via
 è qui
 come allora,
 con tutta la sua liturgia.
*
E poi ci sono i luoghi
E poi ci sono i luoghi,
 quel bar della stazione
 a Milano
 mica era come ora,
 era
 come allora.
*
La mia testa
La mia testa è come
 la mia casa
 oggetti sparsi
 pensieri in disordine
 polvere sotto i tappeti,
 anche se qui non passano preti.
*
Il rumore delle città
Il rumore delle città che ho attraversato,
 camminato, il loro suono, la loro melodia.
 Non vi è una città uguale all’altra per l’udito.
 Ma la domenica, verso metà o fine pomeriggio,
 ciò che senti è simile in molte città:
 stoviglie che si impilano
 televisioni che cambiano canale
 lavatrici in centrifuga
 qualche chiodo sotto un martello
 passi lenti su pavimenti di briciole
 luci che iniziano ad accendersi nei tinelli
 lampadine gialle dal soffitto delle cucine
 figure che stendono panni nelle verande
 sagome dietro le finestre dei cessi,
 forse donne con bigodini,
 risa di bambini nei terrazzini
 cani annoiati che abbaiano
 alle ombre sulle scale.
 Mi fermo in una veranda di largo do Arouche,
 in piedi su uno sgabello,
 una mano sul filo l’altra a tenere canovacci bagnati,
 mi fermo mi guardo attorno ascolto
 e sono ad Affori sporta alla ringhiera,
 sono in corte a san Samuele,
 a Trastevere ad aspettarti sotto casa
 alla Recoleta con una rosa per Evita,
 con una per Susan Sontag a Montparnasse,
 su un tetto di rio Branco o di Punta Gorda.
 Mi confondo, perdo l’orientamento:
 essere ovunque e in nessun posto
 la domenica pomeriggio.
*
© Anna Toscano









			



													
