Eleonora Castellano per Claudia Cangemi
![]() L'arte del presente
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autori: | Claudia Cangemi |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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"L'arte del presente" (La Vita Felice, 2015, pp.92, € 12) è il significativo titolo della nuova raccolta poetica di Claudia Cangemi, giornalista milanese e già autrice del premiato libro di poesie "Linea interrotta" e "Di sole e d'ombra". Un titolo parecchio esplicativo, quello dell'ultima silloge, un titolo che racchiude in sé il senso del lavoro poetico dell'autrice, la quale, riannodando i fili della propria esperienza di vita, giunge a riflessioni che allargano l'orizzonte e mirano a farsi universali. Il rapporto con il tempo, e in particolare il dualismo tempo interiore/tempo fisico, l'incertezza come sintomo di apertura e non di caos, l'ambivalenza delle situazioni, l'intima connessione tra vita e morte, la ricerca della felicità come cifra che dà senso al traballante e speranzoso percorso dell'esistenza sono temi che scaturiscono da vicende personali e che si connettono con dubbi e inquietudini che da sempre agitano gli animi degli essere umani e con cui in tanti, tra filosofi, poeti e artisti in generale, si sono misurati.
Nella schiettezza limpida della poesia a cui la Cangemi ci ha abituati si ravvisa una profondità di percezioni e sentimenti che s'infiltrano con maestria nella linearità apparente dei versi. Versi che sanno di dolore, di nostalgia, di scoramento. Ma che sanno anche farsi parola di un desiderio, che riesce a fondere il sogno col bisogno, ovvero la salda speranza di poter resistere alle seduzioni del nulla e di poter donare un senso a questa vita, pur nelle sue inevitabili contraddizioni.
Come nelle opere precedenti, anche stavolta non troviamo punteggiatura che tronchi le frasi: l'ordine, l'orientamento, la bussola sono le emozioni, non sterili segni di punteggiatura, che in questo caso sarebbero inutili o fuorvianti.
Il tema, a dire il vero a me particolarmente caro, della nascita percorre le prime pagine e si ripropone in più punti. La poetessa ci ricorda che è proprio durante il parto che la donna sperimenta l'intima vicinanza tra Eros e Thanatos: nell'attimo di estrema felicità per la venuta al mondo del frutto del proprio amore si prova il dolore più dilaniante e inaspettato. E poi, in tutto il percorso della crescita, i figli sfidano, amano, mettono a nudo, e spingono a confrontarsi con il limite e allo stesso tempo con l'illimitata capacità d'amare. Un amore, che, ad essere onesti, non è solo sublime, ma anche terribile. Fa tutto parte dell'eterno gioco della vita, nulla può essere scartato per vanto o per comodità.
Ho trovato molto vero questo nuovo lavoro della Cangemi, che ammette di non aver scovato formule di vita felice: noi esistiamo ora, adesso, con il nostro passato, che può essere un fardello di rimpianti e rimorsi, ma che può anche trasformarsi nella radice che sostiene la nostra storia; storia che si proietta nel futuro, con le sue speranze e aspettative, ma che di fatto viviamo nell'oggi, soltanto nell'attimo presente del farsi quotidiano, che con la sua ripetizione ci regala un afflato d'eternità.
Tutto muta, tutto si ripete, dunque. Ogni attimo è nuovo rispetto al suo precedente, eppure lo ingloba, lo trascina dentro; è nuovo e vecchio al contempo. Se pensiamo alla ciclicità delle stagioni, all’avvicendarsi sempre uguale e sempre diverso dei ritmi della Natura, non possiamo non avvertire questo anelito a vivere il tempo presente con tutte le sue sfaccettature. Con il monito a rammentare che... a ogni inverno segue sempre la primavera! Una primavera che, con il tepore dei primi raggi di sole, ci ricorda che siamo come gocce di rugiada sulle foglie del tempo, che brillano prima di svanire per sempre.
La vita ha senso in sé, nel suo stesso snodarsi di anime vagabonde che traballano sul ponte, e mantengono le mani unite in un intreccio che le confonde.
Eleonora Castellano