Emanuela Dalla Libera per Laura Anfuso con «Dentro»
Dentro
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| autori: | Laura Anfuso |
| formato: | Libro |
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Voce e silenzio, DENTRO di Laura Anfuso, La vita felice edizioni, 2025
C’è un’ammirevole fedeltà nella scrittura poetica di Laura Anfuso, ed è fedeltà che si rintraccia nei titoli dei suoi libri, ma anche nei contenuti e nella modalità di scrittura. Partiamo dunque dalle due opere che ho avuto il piacere di leggere, Anima edito da Terre d’ulivi, e quest’ultima Dentro, edito da La vita felice. In entrambe c’è un richiamo a uno spazio interiore, uno stare in interiore homine, come direbbe Sant’Agostino e da lì muoversi, esplorare se stessi, la realtà esterna, la storia, il mondo. E c’è quella scrittura essenziale, che si esprime in poche righe (gli haiku sono frequenti), in parole calibrate, essenziali, totali. E poi ancora i temi che si ripropongono con la stessa convinzione e la stessa intensità, la stessa urgenza di uscire da un sentire interno per approdare a una forma di comunicazione che metta l’autore in relazione con il lettore e del primo subisca il fascino, faccia sua la stessa urgenza di far emergere un’emozione, un pensiero, una riflessione. Non tutto tuttavia si replica. Se rimangono inalterate certe forme, il pensiero si approfondisce, la poesia si fa più densa, la parola più precisa, scavata. È un ampio spazio bianco ad accoglierci quando apriamo questo libro di Laura Anfuso, uno spazio di quiete e di meditazione dove le parole si incidono, scarse, discrete, a dire quasi con pudore la vita che attraverso di esse si rivela e compare sulla pagina per rimanere dentro al lettore e continuare a parlargli. Parole come stille che cadono sulla pagina e la animano (il foglio bianco/è lo spazio libero/che mente varca pag.29), e pure nel contempo il foglio bianco è compagno del silenzio (pag.90) perché sono la brevità e la concisione di questi testi a suggerire liberi e aperti spazi di percezione e di interpretazione. E pure ogni parola ha il respiro di un cielo vasto (pag.23), i testi si susseguono in un crescendo di intensità come se le parole cercassero un punto di osservazione sul mondo, sull’interiorità e sul loro intersecarsi. Così per esempio il corpo e la luce entrano in relazione (mi piace l’uomo/che il corpo compone/e di spietati spigoli/morbida la luce/crede e tesse pag.42), o sono il corpo e il cielo a intersecarsi (cura mattino/il corpo che anfana/scopre il cielo).
Ma se la parola è tutto, se il suo potere è manifestare il mondo, renderlo visibile, sensibile, esistente, allora la parola può, del mondo, rappresentare ogni lato, può metterne in luce la negatività, il male. La parola può essere infida, può anche ferire e far sanguinare (la parola/che invano ferisce/prima sanguina/la bocca), perché la parola/può essere/il disastro incauto/che separa.
Nascono da qui i testi più dolorosi, quelli che come inserti, approdano al tema della guerra e ne denunciano tutta la desolazione, l’inutile vuoto, il climax di irreparabile distruzione (soffre la guerra/sconcerta sconvolge sfibra/spezza separa snida scappa/ sopprime stermina strugge /non è uno spettacolo pag.115).
Nello spazio che la parola crea, nel suo permettere l’esperienza del mondo e recitarla, renderla sublime o cocente, ci sono varchi in cui si annida la tenerezza e l’invito a viverla attraverso l’ascolto, la dedizione, il farsi piccoli per diventare grandi (un bambino/non ha bisogno/di salire sulla sedi/per recitare la poesia/è l’adulto/che dovrebbe chinarsi/a leggere/i suoi occhi/e le rime baciate/d’infanzia. pag.108).
Alla fine la parola si farà grazia, perché la parola sarà nome, ti chiameranno per nome, dice Laura, non sarai più quello cieco,/quella sorda, quello matto,…ti chiameranno per nome, la poesia, la vita ti daranno un’identità, esclusiva, forte, indistruttibile.
Un libro, questo di Laura, in cui la parola si fa dunque materia impalpabile, eterea, rappresenta il mondo indagandone le pieghe, evocando sensazioni di corpi lontani, magari appartenuti ma poi perduti, facendo perdurare ciò che è stato o è accaduto, sottolineando l’incomunicabilità tra le cose o tessendo le relazioni tra di loro.
E in questo tessuto di parole dove acqua, cielo, buio, luce, corpo, respiro, voce, aria plasmano il mondo e la sua percezione, è possibile trovare il senso della poesia che dice con forza, con profondità, lasciando respirare il silenzio perché più forte sia il suono delle parole e possano esse accogliere il silenzio che dentro/la luce spande. (pag.144).














