Rita Pacilio per Salvatore Sblando
			
				 
			
			Ogni volta che pronuncio te 
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| autori: | Salvatore Sblando | 
| formato: | Libro | 
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articolo su Sanniolife
Ogni volta che pronuncio te di Salvatore Sblando – La Vita Felice, 2014
 
Il tempo sociale è scandito dagli eventi storico/economici e dall’arte che non è solo la deduzione e la scaturigine del contesto, ma anche il segno concreto del riflesso/reazione allo stato delle cose. Ogni volta che pronuncio te di Salvatore Sblando, silloge di poesie edita La Vita Felice, 2014, è un esempio che rivela i sentimenti e i pensieri di un’epoca documentabile, la nostra, fotografata, in versi, nelle atmosfere nostalgiche e disincantate del vivere contemporaneo.
L’autore osserva, nei panni di un poeta/lettore/operaio/impiegato/bambino/anziano, il senso delle comunicazioni/relazioni tra gli esseri umani intese non solo come inconsolabili solitudini alleviate dal sentimento dell’amore che provoca dolore fisico e mentale quando è nostalgico, ma anche come luce e completezza quando è corrisposto e autentico. Al di là del valore denotativo del testo è riscontrabile un significato storico, culturale, dialettico, politico e letterario, infatti la poesia è una forma di arma potente capace di fronteggiare il sistema formale delle cose e la semi-malinconia che irrompe quando corpo e anima non filano la stessa tela. La poesia sa imporsi e argomentare in forma ironica o sarcastica, sa privilegiare gli aspetti delle piccole conferme, le semplici e impalpabili sfumature della materia rinnegando regole e discipline, provocando gli schemi predefiniti. Questa dimensione in cui, in modo palese, si mette in evidenza la ri-orchestrazione della strada dell’amore e del suo ideale per raggiungerla, diventa consapevolezza congenita di tutta la silloge che racchiude microstorie e frammenti di riflessioni personali quasi a delineare un unico monologo teatrale.
I personaggi tratteggiano l’esistenza quotidiana respirando la storia della normalità sollevando quesiti e sguardi sui luoghi, sulla bellezza del legame sentimentale, sulla comprensione dell’estasi, dell’erotismo, sulla condizione necessaria della conoscenza del mondo, del rispetto e del chi siamo. Le urgenze sociali diventano una ragione poetica, per questo motivo la poesia è portatrice di speranza e di amore: Salvatore Sblando pronuncia l’amore ogni volta in maniera ottimistica, anche se risuona, di tanto in tanto, una nota nostalgica e, soprattutto, come soluzione escatologica, cioè come l’unica soluzione alle inevitabili problematiche presenti nella nostra contemporaneità. Solo l’amore/poesia, infatti, può vincere l’angoscia esistenziale.
Siamo
Siamo le parole che non scriviamo
 quelle che pronunciamo
 siamo gesti tra i pensieri
 la carica a molla di un orologio
 da taschino
 le poesie rubate ai malanni
 di Ripellino
Siamo la voce che non sentiamo
 nel diniego in trasparenza
 di una amicizia
Siamo la luce infinita dei lucernari
 la disciplina del sorriso di Mandel’stam
 aperto come una strada,
 non docile
 non servo
Siamo l’assoluta ragione del consorte
 la quiete nell’irrazionalità di una accusa
Perché voglio il silenzio in questa vita
 l’urlo eterno nella mia discendenza
 dopo la morte
Salvatore Sblando nasce nel 1970 a Torino dove risiede e lavora in qualità di dipendente della locale azienda di trasporti. Con testi poetici inediti è risultato finalista in concorsi nazionali e internazionali. Sue liriche sono pubblicate in antologie, riviste poetiche e blog letterari.
  Membro del Comitato di lettura della casa editrice La Vita Felice, organizza e partecipa a reading e manifestazioni poetiche. La sua opera prima Due granelli nella clessidra (LietoColle, 2009) – giunta alla seconda edizione – ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti. 
Attivo nel panorama letterario torinese, è fondatore e collaboratore di alcune associazioni culturali; cura un proprio LIT(tle) blog all’indirizzo www.larosainpiu.wordpress.com dove è solito ospitare le migliori voci del panorama poetico contemporaneo.
Ha pubblicato nel 2014 con La Vita Felice Ogni volta che pronuncio te.









			



													
