Grammatica dell'esistenza
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Descrizione |
Cosa fa un poeta se non interrogare continuamente le parole? Sì, perché la loro presenza può assolvere o condannare ciò che si vuole dire, sfidando il silenzio, che resta la grande accusa della poesia, nella sua continua sfida con l’indicibile, cioè con quella parte della condizione umana che trova difficile da dire.
Tutto questo è quello che si impone di fare la poesia di Anna Maria Pellegrino, ponendosi, come fosse la prima volta, a sfida dell’incomunicabilità; sfida che ha più volte tentato una parte della poesia contemporanea. In queste pagine il lettore troverà il modo di ripercorrere una poesia che è prima di tutto, per l’autrice, un modo per affidarsi a quella parte di se stessa che vuole solamente risignificarsi negli altri e in Dio, rifiutando l’affermazione sartriana che «l’inferno sono gli altri», preferendo una lotta, un corpo a corpo con la parola, le sue parole, che si aprono riconoscendo e riconoscendosi attraverso un desiderio di partecipazione e conoscenza, pronte a fondersi con le ragioni più importanti di intere esistenze. Lasciando, a questo punto, l’ultima parola all’autrice che non ignora la fragilità e, nello stesso tempo, l’indispensabile valore della poesia. dalla prefazione di Piero Marelli Grammatica dell’esistenza Conosco tutte le declinazioni del silenzio la grammatica dell’attesa lo iato dell’esistenza i paradigmi di verbi indicibili. E ho coniugato i miei giorni con te, con lui lei noi voi essi cercando le parole per dire il vivere. Ma sono segrete o non sono: si fanno largo nel bianco tra le righe nelle rughe del volto di mia madre nell’eco luminosa di un saluto in un incontro e in un addio nell’ultima verità o bugia di chi se ne va. |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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