I ponti, i cerchi
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Carmelo Pistillo è sempre stato un poeta appartato. Magari ogni tanto compie un’incursione nei luoghi canonici della poesia, nei festival o nelle letture. Ma poi ritorna in disparte, con i pochi fratelli, anche loro «assidui nell’ombra», per citare un verso dell’ultima raccolta, I ponti, i cerchi. Che è un libro anch’esso fuori da ogni moda. Una ricerca condotta in regime di isolamento. Ci sono i tratti distintivi di questo poeta, che qui appaiono ancora più chiari e compiuti: la malinconia profonda, ma anche il graffio di un voyou che non sta da nessuna parte e osserva con occhi guizzanti i riti dell’esistenza quotidiana. E poi il senso continuo di un intreccio tra vita e morte: l’anello nero che trapassa in quello nuziale, un sentimento virgiliano della notte e della fragilità, un verso che si consegna inerme alla sua pronuncia, con una delicatezza e un candore che pochi poeti oggi possono sostenere.
Milo De Angelis
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Corriere di Como del 3.8.13 per C. Pistillo
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