Memorie per Caterina II
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Descrizione |
«Se vi rivedrò, amico mio? Se verrò a prosternarmi ai piedi della mia grande benefattrice? Se ella vedrà i miei occhi versare le lagrime dei miei sentimenti e della mia riconoscenza? Ne depongo fra le vostre mani la promessa solenne.»
Questa promessa a Falconet, fatta sei anni prima, stava per essere mantenuta. Il pomeriggio dell’8 ottobre 1773, la vigilia di Saint-Denis, Diderot giungeva a San Pietroburgo. Era partito dall’Aia il 20 agosto, nella grossa berlina del ciambellano Aleksej Vasil’evič Naryškin, che lo accompagnava. Spossato da un viaggio durissimo di sei settimane, si sentiva «più morto che vivo». Le Memorie per Caterina II sono il frutto di lunghe conversazioni tra Diderot e l’imperatrice russa, che lo aveva invitato a San Pietroburgo dall’ottobre 1773 al marzo 1774. I testi erano scritti da Diderot prima di ogni incontro su argomenti spesso suggeriti da Naryškin, che era ciambellano di corte. La lettura avveniva nel Palazzo d’Inverno e, in genere, seguiva una discussione. Dopo di essa il pensatore rivedeva, risistemava o anche correggeva gli appunti prima di consegnarli a Caterina. La ricchezza dei temi affrontati durante le sessantasei interviste ricorda quella dell’Enciclopedia. Combinando tono di battute, abilità retorica e chiaroveggenza, il filosofo francese propone una doppia riforma di Francia e Russia basata sulla revisione delle istituzioni e dell’istruzione.
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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