Un piccolo libro famoso e un gruppo di amici
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«... E non pensi che anche gli errori possono essere un bene, e possono essere l’occasione perché un altro rifletta sullo stesso soggetto? Certo, purché siano un tentativo e non intenzionali. E poi non bisogna arrossire nel commettere errori: le cose più belle degli uomini ne hanno...
Cerchiamo, allora, di non perdere un bene per correre dietro a una chimera che noi crediamo l’ottimo.»
Come nacque il saggio Dei delitti e delle pene, tanto citato e così poco letto? Perché all’epoca c’era chi ipotizzava che il libro fosse opera di Pietro Verri e non di Cesare Beccaria?
Questo lavoro teatrale fa rivivere l’incontro fecondo di due intelligenze diverse e affini, e racconta l’interessante genesi di un piccolo libro che, con lucidità e passione, presentava proposte concrete per una società più giusta.
L’autrice costruisce i dialoghi utilizzando gli scritti di Beccaria, di Alessandro e di Pietro Verri, scritti che esprimono stati d’animo, riflessioni, intuizioni quanto mai attuali. Così questi dialoghi non fanno solo conoscere un momento della nostra storia, ma parlano di noi e per noi. Conformismo e ricerca di autenticità, solidarietà e gelosie, uso ottimale di tempo ed energia, depressione e autostima, male di vivere e impegno a vivere meglio sono alcuni degli argomenti di queste pagine.
Articoli che parlano di Un piccolo libro famoso e un gruppo di amici
15 11 2017 Avvenire per "Un piccolo libro famoso" di G. Zavatti
Avvenire: "DEI DELITTI E DELLE PENE", MA L'AUTORE FU DAVVERO CESARE BECCARIA? (C. Cavalieri)
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