Rime spurie / Rime corrive
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Un succoso inizio, il primo poemetto del libro Rime spurie / Rime corrive in cui emerge l’intenzione dell’opera, e la lingua scintillante ne fa brillare solforinicamente lo spirito, che inscena in realtà solitudine, difficoltà di vita dal gruppo primario della famiglia alla comunità della storia e del mondo.
Una messa in scena della famiglia e dei suoi rapporti, una commedia in cui l’autore si diverte amaramente con una lingua volutamente coltogoliardica e eufuistica: divinità qui non solo Ariosto, ma lo Shakespeare eufuistico, il genialetto university wit. Zero lamento, assenti languori, nostalgie, e anche l’ironia è muscolosa, non seclusa. A Paolo Bonfiglio non interessano i meandri o le zone buie del linguaggio, ma il racconto. Il racconto, il narrare, che è nerbo di tanta poesia di primo piano, e si pone all’opposto del prosastico, della poesia minimalista o peggio. Il magistero delle madri è una delle poesie che spiccano per originalità, drammaticità, e per la particolare commistione di ironia giocosa e profondo dolore che segnano i versi di questo autore che si inscrive, con canonica quanto rara commistione, nel non frequentatissimo girone, o capitolo, dei poeti tragoludici. Ma esiste anche un Bonfiglio puramente lirico, che invoca la notte, che abbandona il suo felice e caustico caleidoscopio per ridiscendere alla lingua primeva del bambino prima che divenisse ragazzo, e che il poeta adulto ascolta, culla e raccoglie. dalla prefazione di Roberto Mussapi Taccia la notte La notte tace, ascolto sfoglio ogni passo testimone nella casa tana di grigi spigoli e luce quieta casa di nuovo galleggiante gabbia nel piano alto lapidario appello tanto radicata la tentazione. Stizza logora da notti abbarbicate all’infante steso in braccio: quel mattino più chimerico a ogni tocco fino al passo sordo sul divano. E foglia e residua e fredda. Taccia la notte, monca del vegliarci degli dei arresi stanchi soffocati: se qua un’aurora di là prestissimo la sera, immane tra gli antipodi subìta ripetuta medesima trafila. No respiro no sollievo no riposo infinito cómpito destino in queste notti disatteso: è scenario che dal mattino in braccio si distenda una minaccia. Taci tagliente notte i miei sguardi alle stanze armoniche, erosi, dove pesano respiri e cose pure nel bigio effuso che divora. Notte preavvertita di led acuminanti glissa le mie metafore malate del come siamo e mai del siamo mentre solitario questo di cogenza ci soverchia. Ma trapela tra i piani al mio ascolto a corollario il suono in eco dell’amore di due umani.
Eventi collegati a Rime spurie / Rime corrive
16 11 18 #BCM18 Paolo Bonfiglio con «Rime spurie/Rime corrive»
Casa delle Arti Spazio Alda Merini, il 16.11.2018alle ore 17.30, via Magolfa 32, Milano
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