Noci 2/1/12: Vittorino Curci con Mario Desiati - cronache eventi
il 02.01.2013
inserito il 28.12.2012
Palazzo della Corte Piazza Plebiscito Noci
Mario Desiati presenta Vittorino Cuirci e "Il pane degli addii"
NOCI (Bari) - "Il pane degli addii" è il titolo della raccolta di liriche pubblicate da Vittorino Curci (in foto) per i tipi de "La Vita felice" di Milano. Illustrato dallo scrittore ed "editor" Mario Desiati, l'elegante volumetto sarà presentato al pubblico la sera del 2 gennaio 2013 nel Palazzo della Corte (Piazza Plebiscito, centro storico) a cura dell'assessorato alla cultura del Comune di Noci con l'intervento dell'autore in voce e con l'uso del sassofono.
Infatti, accompagnato alla batteria/percussioni da Marcello Magliocchi, Vittorino proporrà una singolare lettura delle poesie con l'intento di trasmettere il senso della sua ultima fatica letteraria:"...Che persino le cose più insignificanti a cui diciamo addio hanno un valore eterno e ogni attimo della nostra vita è prezioso e indistruttibile" (dal risvolto di copertina). Nella silloge "ritroviamo l'originalità di uno dei poeti pugliesi più conosciuti e apprezzati a livello nazionale, meno incline in questa raccolta a quelle sconfinate ricerche stilistiche che avevano caratterizzato la sua precedente produzione". Poeta e sassofonista di musica improvvisata, Curci vive a Noci dove è nato nel 1952. Collabora alle pagine culturali di diversi quotidiani pugliesi a alla rivista "Nuovi Argomenti". nel '99 ha vinto il premio Montale di poesia nella sezione "Inediti".
dal sito Largobellavista, articolo del 3.1.123
Al via l’anno letterario del paese di Noci
Si è tenuto ieri sera, presso il Palazzo della Corte, alle ore 19.00, il reading di poesia organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Noci. Ad attirare un pubblico variegato e attento la presentazione de “Il pane degli addii”, raccolta di poesie scritte da Vittorino Curci. Dopo un breve cappello dell’autore ad opera del sindaco Piero Liuzzi, che ha rievocato la tradizione del Palazzo della Corte, al quale un tempo era affiancato il Teatro della Corte, la parola è passata a Mario Desiati, special guest della serata. Il giovane scrittore pugliese, autore, fra gli altri, del notissimo romanzo Il paese delle spose infelici, ha rivolto a Vittorino una serie di domande a metà strada fra il serio e l’ironico. A fare da protagoniste, senza ombra di dubbio, le liriche della raccolta, a cominciare da Le quantità numerabili, contenente un preciso riferimento al titolo. È proprio sul significato del titolo, infatti, che si è giocato il primo intervento di Vittorino: partendo dalla considerazione che ci sono parole che si conservano immutate nel tempo (il pane, appunto), l’autore ha fatto notare il contrasto fra pane e addio, concretezza e astrazione, per approdare alla particolare considerazione che nella poesia, nella sua in particolare, a dominare è il distacco. Punto di raccordo, questo, con il quesito relativo al senso da attribuire al libro: si tratta di un distacco inteso come viaggio senza fine, o come ritorno, come movimento circolare in cui tutto torna laddove è stato originato? Quale il percorso, quali i luoghi di questa raccolta, quali le «città lontane» auspicate nel componimento Partorita da un blocco levigato? A detta dell’autore, tutto riconduce all’immaginazione, a ciò che, leggendo, ciascuno riesce a immaginare. In questo senso si spiega anche la presenza di numerose donne (osservazione, questa, fatta da Desiati) nelle poesie: figure in movimento, corpi che evocano una storia, un momento, un ricordo, un pensiero costruito dal lettore attraverso occhi e mente. Interessante, come ha fatto notare Desiati, la presenza di una realtà altra da sé, di un’entità con la quale confrontarsi, dialogare. Il «ma tu dove sei?» che si legge in Mezzanotte dei naufraghi è un tentativo di mettersi in contatto con Dio? All’autore il compito, forse un po’ arduo, di dare la risposta: nel ‘tu’ di alcune liriche, infatti, c’è l’essere umano e c’è il Padre, evocativo di una dimensione spirituale che, certamente, caratterizza molta parte della produzione di Vittorino. Questi alcuni dei temi che, snodandosi fra poesie e poeti di epoche, generazioni, vissuti differenti, hanno incontrato il favore degli astanti, incuriositi e colpiti e dall’incalzare delle domande di Mario Desiati, a tratti pungenti a tratti confidenziali, e dalle risposte di Vittorino Curci, a tratti ermetiche a tratti chiare e semplici. Conclusasi l’intervista, il pubblico è stato allietato dal suono del sassofono di Vittorino, accompagnato, per l’occasione, dal batterista e percussionista Marcello Magliocchi. Che dire, cari lettori. T.S. Eliot affermava che «la poesia può comunicare anche prima di essere capita», e questo è quanto vi auguro nell’approcciarvi a “Il pane degli addii”.
ALBA QUARATO
''Il Pane degli addii'', musica e parole presentano il testo di Curci
NOCI (Bari) - È con la presentazione del libro di Vittorino Curci "Il Pane degli addii" (Ed. La vita felice) che si inaugura la stagione culturale nocese del 2013. La serata, svoltasi presso il Palazzo della Corte in pieno borgo antico, ha visto la partecipazione dello scrittore ed editor Mario Desiati e del percussionista Marcello Magliocchi.
L'ultima fatica del poeta e sassofonista nocese Vittorino Curci è una raccolta di testi poetici ed in prosa che hanno quale filo conduttore il viaggio ed il ritorno. Ad aprire la serata il discorso del Sindaco, nonché Assessore alla Cultura, Piero Liuzzi (in foto) che ha ricordato il valore allo stesso tempo storico e simbolico del Palazzo della Corte ed ha augurato ai presenti i migliori auspici culturali per l'anno appena iniziato. Nel dialogo a due tra Desiati e Curci meglio si comprende la natura del testo ed i retropensieri che hanno portato l'autore a pubblicare l'opera.
Il punto di partenza della discussione è dato dal titolo del testo "Il pane degli addii". «Il titolo non è mai una cosa facile- spiega Curci- per me qui il titolo doveva essere un suono riconoscibile. Da Leopardi ho imparato che ci sono parole che non vengono scalfite dal tempo: il pane sarà tale anche tra 500 anni. L'addio invece è un distaccamento, sempre rimediabile, che fa parte della vita».
Poi il dialogo si snoda toccando diversi temi, tra i quali la terra, le donne, il ritorno all'infanzia, la fede. Il punto più tecnico è rappresentato dalla spiegazione della differenza che intercorre tra poesia e prosa poetica, entrambe componenti del testo. «La prosa ha la stessa dignità dei versi- spiega Curci- nella prosa poetica non c'è la cesura del verso che invece viene lasciata alla discrezionalità del lettore».
Per Desiati è uno dei libri più belli di Curci. «Un libro molto particolare che si differenza dal punto di vista stilistico. Un "tu" sottinteso con cui dialoga continuamente il protagonista è il file rouge di tutta la storia». Forse non sarà la più calzante opera di Curci, di certo è la più introspettiva e la più suggestiva.
Seconda parte di serata invece dedicata alla musica improvvisata. Con la collaborazione del percussionista Marcello Magliocchi «che è stato il primo a suonare musica improvvisata negli anni '70», Curci ha dato vita ad un concerto di note e lettere (in foto). Il primo alla batteria e alle percussioni «con cui ha la capacità di costruirsi dei suoni e dei mondi», il secondo con il sax che passa indifferentemente dai virtuosismi della musica a quelli dei versi.
Musica e parole quindi per Vittorino Curci che ancora una volta è riuscito nella maxi impresa di portare due generi (uno musicale e l'altro letterario) difficili, come la poesia e la musica improvvisata, alle orecchie e nelle mani della gente come fosse una cosa semplice, quasi quotidiana.
Gianni Tinelli
Venerdì, 04 Gennaio 2013 06:41
![]() Il pane degli addii
|
|
autori: | Vittorino Curci |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |