Silvia Albertazzi [voce]
29.08.2014
![]() Magenta è il colore dei ricordi
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autori: | Silvia Albertazzi |
formato: | Libro |
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Silvia Albertazzi legge "E allora ascolto Jannacci" da Magenta è il colore dei ricordi
E allora ascolto Jannacci
E allora ascolto Jannacci
ma non posso farlo a occhi asciutti.
Jannacci è la Milano che volevo
bambina
e la Bologna che avevo
e non mi piaceva.
Jannacci è mio zio che scherzava su niente
prima di metter giudizio.
è Floriano che inciampava negli anni
e un giorno è caduto
per non più rialzarsi.
è me che facevo la figlia di ferroviere
e poi la poiana
che non se ne vuole andare
– piuttosto si fa ammazzare.
E in via Azzurra io e te sapevamo
che la vita era solo un bidone
da far rotolare più giù.
Chissà se ti ricordi, Tommaso,
come ridevi del vescovo
che addentava la mano del sacrista?
(e io piangevo, invece, come
l’uomo di via Lomellina –
ero forse balorda, magari un malore...)
Oggi anch’io il foulard non lo metto più
ma la fabbrica non la conosco
– è svanita, con Flori e col nonno,
con le tute stirate di fresco
e appese alla porta del bagno.
Vincenzina dell’Accademia
sbalzata per sbaglio tra i ricchi
di cultura e anche di soldi
sono qui all’università una di quelli
che lavorano sodo da sempre
non hanno ancora finito
e non sanno che cavolo fanno.
(Zero a zero anche ieri
’sto Bologna qui
’sto Diamanti che ormai
non mi gioca più...)
E anche oggi piovee aspetto l’autobus
come Pedro Pedreiro
e come sua moglie
che aspetta
un bambino
che aspetterà.
La sera è fatta di gocce di pioggia
Signore, pietà di me che salgo sul bus
e lungo il tragitto sogno
la pioviggine sugl’irti colli
mentre passa la vita che oggi
sa di fango, d’acqua, di niente.
Tutto qui, che la notte è vicina.
Ecco,
tutto qui.
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