IL POUND DEI PISAN CANTOS. La poesia come processo della mente (Giorgio Bolla)

IL POUND DEI PISAN CANTOS
Tempus tacendi,tempus loquendi.
(Canto LXXIV)
Esiste un giudizio poetico puro, che sappia cogliere solamente l’appartenenza alla corretta dimensione della poesia e non a tutto ciò che sta indebitamente attorno ad essa?
L’illeggibile Pound dei Pisan Cantos: letti a voce alta, senza fermarsi, evocano la sensazione chiara dell’espressione di uno spartito musicale. Qui sono conservati due assiomi imprescindibili del fare poetico: l’armonia e la musicalità.
Allora?
Quando con il suo cane da caccia vedo una nuvola
“Guten Morgen, Mein Herr” strilla il negretto
dal carro
(Jeffers, Lovell e Harley
anche il Sig. Walls che mi ha prestato un rasoio
Persha, Nadasky e Harbell)
Swinburne l’unico che ho mancato
e io non sapevo che era stato a trovare Landor
e mi dissero questo e quello
e quando il vecchio Mathews vi andò vide le tre tazze da thé
due per Watts Dunton che amava lasciar raffreddare
il thé
Così il vecchio Elkin ebbe un solo vanto
Una volta portò la valigia di Algernon
quando lui, Elkin, era venuto per la prima volta a Londra .
Avessi saputo quello che so ora ci sarei
riuscito in qualche modo... l’ombra di Dirce
o un recipiente.
Quando i pescatori francesi lo trassero dall’acqua
si mise a recitare
Eschilo doveva essere
finchè non arrivarono a Le Portel, o in un altro luogo
qualsiasi
nell’originale
“Sul tetto degli Alcidi”
“come un cane... e un buon affare
EMOΣ ΠOΣIΣ... XEPOΣ
hac dextera mortus
ucciso da questa mano
credo che Lytton vedesse Blunt per la prima volta nell’arena
dei tori ...
(Canto LXXXII) ¹
Appunto l’analisi critica letteraria ortodossa può solo mettere in rilievo come non ci sia, in questo versificare, rapporto analogico nel procedure dei versi. Manca la “cascata” semantica nella poesia poundiana del tempo, epica storica dell’uomo “bruniano” che l’americano definitivamente innamorato dell’Italia vuole far sua. Alla fine è il superamento del tempo ciò che conta, la dimensione storica personale attualizza ogni gesto: come sanno i buddhisti “da sempre senza inizio”² . E’ Salomone-Pound che afferma “Né cominciò né finisce alcunché” (Canto CXIV) – “Ogni singola cosa ha il suo tempo... Tacere e parlare, amare e odiare, poichè invero l’uomo non può cogliere l’opera che Iddio fa, non inizio, non fine .”³
Assoluta disarticolazione del linguaggio; la domanda è: possiamo catalogare, spiegare un solido rapporto fra l’assenza della parola, fra la “vacanza” del verso e questa determinata – voluta – giustapposizione significativa ?⁴ Come riusciamo a definire linguaggio questa materia musicale quando abbiamo deciso che il linguaggio è l’esito di un percorso mentale ordinato e consequenziale? Abbiamo già stabilito dei livelli di valore e di significato. E d’altra parte per il poeta dell’Idaho la riflessione sulle manifestazioni artistiche seguiva un percorso molto esteso ed i suoi rapporti sono sempre stati intensi e variegati, al di là delle singole forme espressive. E’ nota la sua attrazione per l’opera pittorica di Fernand Léger: qui ha un senso reale il parallelo artistico-sensoriale. Scriveva il pittore nel 1914: “Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo... La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme [corsivo dell’Autore], sono il risultato di tutto questo” .
Ezra Pound scrisse i Canti LXXIV-LXXXIV nel momento più buio e atroce della sua esistenza, durante la prigionia subita nei pressi di Pisa nell’anno 1945 – Pisan Cantos -. Giorni nei quali il “viaggiatore” – novello Ulisse – oltre a subire una vera e propria detenzione vedeva violentata la sua libertà di pensiero e di creatore della parola. Lì le sensazioni e le immagini, che per un poeta sono l’inizio e la deflagrazione che precedono il fare, significavano in modo esclusivo dolore e tragica assenza di senso. Dall’anno 1959 il volontario, definitivo rifugio nel silenzio, nell’assenza del verbo. Undici anni prima erano stati pubblicati i Cantos Pisani e successivamente, nei Canti Ultimi, Pound sembra ritornare ad una scrittura poetica organica, quasi “regolare” nel percorso stilistico.
Non abbiamo dati per ciò che riguarda la lunga permanenza in manicomio criminale successiva al ritorno in patria dopo la tragedia pisana, con la diagnosi di schizofrenia (forse una diagnosi di comodo?), dati che attestino la eventuale esecuzione di tecniche di trattamento psichiatrico: in particolare se sia stata applicata al poeta una terapia fisica come l’elettroshock; ma siamo comunque,in termini di cronologia poetica, dopo la stesura dei Pisan Cantos. E naturalmente se volessimo ricavare dei dati di natura funzionale sul suo cervello, saremmo adesso del tutto impossibilitati a farlo: avremmo dovuto stabilire nel momento della creazione dei Canti LXXIV-LXXXIV (subito antecedentemente al ricovero in manicomio) il comportamento del cervello del poeta e con una tecnologia non invasiva – la RM funzionale cerebrale – che in quegli anni non esisteva. Pertanto siamo costretti a rimanere nel piano delle pure ipotesi scientifiche psico-cliniche. In effetti è questa ora l’ipotesi che qui vengo a fare, il possibile DISTACCO emozionale e corticale – momentaneo – del poeta americano dalla creazione “corretta” del linguaggio, in termini clinici forse una Afasia Fluente di Wernicke, in occasione appunto della scrittura dei Pisan Cantos.
Il sistema neuronale e sinaptico (le sinapsi sono i “passaggi” di comunicazione fra una cellula nervosa ed un’altra) che regola il linguaggio è costituito da una rete straordinariamente complessa e precisa che mette in rapporto il cosiddetto “paleocerebello”, più antico nel percorso filogenetico e rappresentato dal Sistema Limbico con i Gangli della Base e il Diencefalo, con la regione cerebrale più evoluta, in particolare la Corteccia Frontale e quella Temporale. La regolazione di questi collegamenti è proprio incardinata sulle sinapsi, dove le azioni di mediatori chimici quali la Dopamina e la Serotonina determinano risposte nervose “a valle”, in termini di facilitazione o di inibizione del messaggio nervoso. Il paleocerebello “presenta” alla corteccia il vissuto emozionale e contribuisce alla selezione di circuiti neuro-sinaptici preferenziali che si sostanzieranno infine nella Memoria Cognitiva.
Le Afasie sono quelle condizioni neuro-cliniche nelle quali le varie fasi del linguaggio si dimostrano alterate, anomale; nell’Afasia Fluente di Wernicke il senso logico dellla costruzione linguistica è completamente disorganizzato, mancante. La terribile esperienza pisana della “gabbia”, dove il poeta fu rinchiuso nel 1945 per alcune settimane ha certamente significato un “elettroshock” emotivo autoindotto: questo potrebbe aver determinato un SALTO SINAPTICO nella rete della coscienza del poeta? Una condizione che ha comunque permesso un successivo, lento e progressivo recupero nel tempo? La memoria di un’offesa profonda, alla quale l’uomo-poeta ha saputo e voluto reagire con grande dignità, accompagnata al terrore della possibile distruzione di un mondo di idee prima ancora che di affetti e di immagini. Distacco temporaneo, non definitivo, dal male della coscienza, dal male dell’uomo. Per questo ho voluto identificare la poesia dei Pisan Cantos come il frutto, l’esito ultimo di un processo della mente, proprietario della straordinaria facoltà di muoversi al di là del tempo e dello spazio umani e della interpretazione, nella curvatura della realtà definitiva.
Venne Nettuno
la sua mente a balzi
come delfini,
Questi concetti la mente umana ha raggiunto .
(Canto CXVI)
NOTE
¹ Dalla traduzione dei Pisan Cantos di Alfredo Rizzardi – Garzanti 2004
² Giorgio Bolla L’origine del significato. Giordano Bruno e la filosofia buddista: un’unione di pensiero non voluta. In www.storiadellafilosofia.net
³ Eva Hesse Ezra Pound: Metodo e Follia. – Feltrinelli 1983
⁴ Sergio Perosa Ezra Pound: per una visione d’assieme (maschere, epica della storia e dell’Io). In Ezra Pound a Venezia – Olschki 1985