Antonio Corona per Vincenzo Lauria con «L'in/cubo di Rubik»
![]() L'in/cubo di Rubik
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autori: | Vincenzo Lauria |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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L’IN/CUBO DI RUBIK è la recente silloge di Vincenzo Lauria, edita da La Vita Felice (2025), con prefazione a cura di Liliana Ugolini. Cinquantaquattro testi poetici proposti come in una struttura da cubo di Rubik, utilizzando sei poesie (le facce del cubo) che, col medesimo titolo, vengono riproposte per nove volte (come il numero dei quadrati di ogni singola faccia). Si tratta di un’opera poetica capace di distinguersi per la sua complessità formale e concettuale, dove Lauria prosegue il suo percorso di sperimentazione linguistica e tematica. Il titolo stesso è già un gioco di ambiguità: “in/cubo” rimanda tanto all’oggetto ludico del celebre cubo di Rubik quanto all’esperienza onirica o allucinatoria dell’incubo. Un doppio registro semantico che diventa la chiave di lettura dell’intero libro. Da qui nasce la prima dualità della silloge capace di poter esser letta a gruppi di sei (per singoli blocchi) oppure in forma trasversale unendo il medesimo quadrato (poesia) per nove volte successive.
Dalla prefazione di Liliana Ugolini si evince subito l’importanza della sfida poetica di Lauria, sottolineando come il libro rappresenti un passaggio ulteriore nella poetica dell’autore, sempre in bilico tra lirismo e ironia, tra dolore e analisi razionale. Il cubo di Rubik è metafora di un’esistenza frammentata, in cui ogni tentativo di ricomposizione sembra destinato a fallire o a generare nuove complessità. Il poeta indaga l’alienazione, la percezione distorta della realtà e l’ossessione per l’ordine impossibile in un mondo caotico. “Il mondo precipita nella propria tela / s’innesta nell’ingranaggio cosmico. / Nelle spazio, dalle volte celesti si sporge / alle rotanti facce sorride / cadute – magnificenti – / in orridi orditi.”
Anche il linguaggio scelto dall’autore è sempre teso a spingere il lettore a una partecipazione attiva. Non è una poesia che si concede facilmente: è necessario entrare nel meccanismo del cubo, ruotarlo mentalmente, cercando connessioni tra le immagini. Scelte stilistiche rafforzano questa impressione di smarrimento e di sfida: versi spezzati, improvvisi enjambement, uso della punteggiatura come elemento di disorientamento (frequenti trattini, barre oblique), giochi tipografici che rendono visibile la frattura o la molteplicità del senso.
“L’in/cubo di Rubik” non è semplicemente un libro di poesie, ma un dispositivo complesso che si propone come oggetto da decifrare. L’incubo è quello dell’incomunicabilità, della perdita di senso, ma anche della ricerca ossessiva di un ordine (il “cubo” stesso) che non si riesce a raggiungere. È una sfida etica ed estetica rivolta al lettore, chiamato a non arrendersi di fronte all’oscurità del testo, ma a cercarne tutte le combinazioni possibili. Un’opera che si inserisce, nella poesia contemporanea italiana, con una voce assolutamente personale. Lauria conferma la sua capacità di giocare con la lingua, senza mai scadere nel mero esercizio di stile. È un libro che si apre a molteplici letture e che richiede tempo e attenzione, ma capace di offrire grandi soddisfazioni a chi ne accetta la sfida.
Nota di lettura a cura di Antonio Corona.
Estratti da L’IN/CUBO DI RUBIK
BRULICANTI 1
Dal brusio ci allontaniamo per parlar d’altro
ed è un viaggio negli occhi
un cercarsi nelle movenze a specchio
per poi scadere nelle stesse – inutili – ripicche.
Fingi una verità che implode
un’immobilità dei sensi d’altri tempi
mentre per altri corpi (sogni) già prendevi il volo:
re senza dolo
dolo senza re.
NOTTETEMPO 2
Da dietro l’angolo si svela
l’arretrare verso il giardino
– i volti ragazzini –
c’è la tensione della tenzone
ma no trovano parole le nostre voci
se non quelle dentro
che esplodono in frantumi
noi, ancora complici
vecchi naufraghi del niente.
CERCARE 3
L’ingegno ci produce in scala
per il gioco altrui:
manipolare di incastri in geometrie.
Ma il centro di comando sta nell’ingranaggio
lì dove impulsi si diramano
e rotazioni ingabbiano costernazioni.
Si fanno cornici ai quadri.
A confinarci in un casellario
giudiziario.
INDOVINARSI 4
Nell’incastrata mente
il faccia a faccia ammicca all’illusionismo.
L’indovinarsi è puro mentalismo
un esercizio di escapologia per sottrarsi alle catene.
Una pirobazia ed eccoci
in balìa di un ipnotico microcosmo!
Intercambiando
siamo gli occhi dell’altrui visione
un’orbita ad anello
di congiunzione.
Dalla prefazione di Liliana Ugolini.
… “Fin dall’inizio mi sono entusiasmata per le visioni o quadri astratti pieni di colori e di linee che si fanno notare anche al di là dell’introspezione (oppure è proprio parlando della complessità del sentire che occorre disegnare e fermare sulla pagina quello che è forte impatto sfuggente.)
(…) La tua poesia è anche spazio siderale, un non luogo dove l’universo assorbe i passi de quotidiano in apnea. L’acqua è un altro elemento che ricompone i frantumi in mari aperti mentre l’in/cubo odia i sogni a morte. Trovo che sia anche un percorso di psicologia un modo di cercar di capire l’enigma, le maschere, il dubbio, i sogni, il mondo intero capovolto. (…)
Vincenzo Lauria nato nel 1970, inizia la condivisione del suo percorso nel 2001 all’interno di “Stanzevolute” gruppo di 11 poeti selezionati da Domenico De Martino (collaboratore storico dell’Accademia della Crusca e docente universitario di Filologia Dantesca a Udine). Dal 2010 collabora con Liliana Ugolini ai progetti multimediali Oltre Infinito, Oltre Infinito 2.0, OL3 Infinito, Oltre Infinito 4 (Le stanze della mente). Dal 2012 Collabora con l’Associazione Multimedia91- Archivio Voce dei Poeti. Ha partecipato a più di 40 reading e stampato in proprio 4 sillogi. “Teatr/azioni” è stata pubblicata, con nota di Giorgio Bonacini, da Puntoacapo nel 2018.