Nota di lettura di Enea Roversi su Vincenzo Lauria - Bologna in Lettere
Vincenzo Lauria è, oltre che poeta, un generoso organizzatore di eventi culturali a Firenze, la città in cui vive e che l’ha adottato, essendo lui di origini siciliane.
Segnalo, nel corso della sua attività poetica, la lunga e proficua collaborazione con Liliana Ugolini, che è stata figura centrale della scena poetica e artistica fiorentina e che è scomparsa qualche anno fa, con la quale ha condiviso vari progetti multimediali.
Oggi ci presenta una serie di testi tratti dai suoi libri Teatr/Azioni (puntoacapo, 2019) e L’in/cubo di Rubik (La Vita Felice, 2025) più alcuni inediti da Poesironia e da Tempi di Esposizione.
I due testi tratti da Teatr/Azioni s’intitolano La sinossi e L’amuleto e contengono diversi elementi tipici della poetica di Lauria, che lo stesso ha ripreso e sviluppato nei lavori successivi: i giochi di parole, le assonanze, le rime interne, la ricerca di una propria musicalità del verso.
Si prendano per esempio i versi per poi frenarsi / franarsi delle ossa oppure L’Amleto perde l’amuleto o ancora Dei passati dardi e dei codardi: appare una forma di scrittura che guarda al passato, scevra di inutili sperimentalismi, quasi un moderno esempio di poesia trobadorica.
Ciò non significa che Lauria sia un poeta fuori dal tempo in cui vive, tutt’altro: del resto, si diceva all’inizio di come abbia avuto esperienze di poesia multimediale, esperienze nelle quali convivevano immagini e parole, l’uso di nuove tecnologie e la performance teatrale.
Vincenzo Lauria ha il dono della leggerezza: è ciò che traspare dalla sua scrittura, che pure è ricca di simboli, di suoni e di colori.
Mi piace a questo proposito estrapolare un passaggio dalla prefazione di Liliana Ugolini a L’in/cubo di Rubik in cui scrive: «[Nel leggere questa corposa raccolta] fin dall’inizio mi sono entusiasmata per le visioni o quadri astratti pieni di colori e di linee che si fanno notare anche al di là dell’introspezione (oppure è proprio parlando della complessità del sentire che occorre disegnare e fermare sulla pagina quello che è forte impatto sfuggente).
Certamente viene fuori un moderno San Sebastiano avvolto nel turbine delle sue frecce che sa rielaborare e fermare, traendone insegnamenti, orrori e bellezza.».
Da questo libro Lauria presenta due testi: Onirismi 6 e Indovinarsi 9 nei quali ricorrono parole come messa in scena, sipario, delirio, fantasmi, incubi, giocoliere, effetto magico, illusione a riprova di come la poesia di Vincenzo Lauria sia concepita come un atto teatrale, nel quale le parole compiono evoluzioni quasi circensi.
La già citata leggerezza del poeta la ritroviamo, infine, anche nei testi inediti: Lauria gioca prendendo in giro l’ego (ahimè smisurato in taluni) del poeta pluripremiato e pluridecorato a cui può accadere che l’eccessivo prendersi sul serio possa trasformare le lodate menzioni in ben più meschine minzioni.
Tutti i luoghi comuni e i falsi simulacri del mondo poetico passano, in questi inediti, sotto la lente di Lauria: gli eventi poetici sono rituali che si ripetono seguendo schemi ormai stantii, il poeta è alla perenne ricerca di un pubblico che non si sa dove sia («Cerco lettori finché sono in vita / Cerco lettori in fin di vita!») e implora premi dalle giurie dei concorsi («dotti di qualunque specie / conferitemi ogni premio senza prece»).
Guai al poeta che si prende troppo sul serio, sembra ammonirci Lauria: e questo vale proprio perché la poesia è una cosa serissima, aggiungerei io.
(Enea Roversi)
La sinossi
Elettrica la vibrazione
segna l’esser parte della trama
di fremiti sboccati tremano le labbra
i pezzi di memoria in sibili
a percorrere la scena.
Averti qui per il non essere
un ruolo da provare
la finzione vera
scorrerne pareti a luci spente
per poi frenarsi
franarsi delle ossa.
La sinossi dice
una favola per adulti
le parole del troppo
di schegge allo specchio,
le ascoltano le dis/memorie
sedute a bordo palco
prima che sia sipario
(da Teatr’Azioni, puntoacapo, 2019)
§§§
Indovinarsi 9
Nell’alternare gli incubi – librandoli –
l’abilità del giocoliere.
Si respira sollievo
nell’attimo dell’aerea sospensione
e nel tornare al sicuro nella mano
è il mistero e la sua fascinazione.
L’allenarsi in arte racconta delle evoluzioni
dell’istante in sosta per un effetto magico
dello svanire del tragico
consci di vivere
un’illusione a tempo.
(da L’in/cubo di Rubik, La Vita Felice, 2025)
Vincenzo Lauria inizia nel 2001 la condivisione del suo percorso in Stanzevolute, gruppo di 11 poeti selezionati dal dantista Domenico De Martino. Dal 2010 collabora con Liliana Ugolini ai progetti multimediali Oltre Infinito e, dal 2012 al 2019, con l’associazione Multimedia91- Archivio Voci dei Poeti. La sua prima raccolta edita Teatr/azioni (Puntoacapo Editrice) è stata finalista al Premio I Murazzi, al Premio Lorenzo Montano e al premio Internazionale Rodolfo Valentino. Nel 2021, con La Vita Felice, pubblica Oltre Infinito, scritto con Liliana Ugolini che ha ricevuto la segnalazione speciale “Una vita in poesia” alla 35^ edizione del Premio Lorenzo Montano. Nel 2023 cura l’edizione, postuma, di Donne senza tempo di Liliana Ugolini (con una sua partecipazione) per La Vita Felice, raccolta finalista (nella sezione inedito) al premio I Murazzi del 2020 e come edita alla 38^ edizione del Premio Lorenzo Montano. A febbraio del 2025 ha pubblicato L’in/cubo di Rubik edito da La Vita Felice.