A. Airaghi su Favaron
![]() Ieri cofà ancuò (Nostos par passadoman)
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autori: | Renzo Favaron |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Nella sua attenta ricognizione della poesia contemporanea, anche marginale e dialettale, o comunque poco rappresentata nell'editoria nazionale, “La vita felice” propone ai lettori questo volume del poeta veneto Renzo Favaron, accompagnato da un cd audio in cui le ventidue liriche presenti nel libro vengono lette con particolare sensibilità dall'autore sulla base delle suggestive musiche del compositore veronese Luca Donini. Se ha ancora un senso, oggi, scrivere in dialetto, quando la stessa lingua nazionale conosce una sua deriva e un probabile, forse inevitabile tramonto futuro, soppiantata dal dominio culturale e mediatico dell'inglese, forse questo senso va ricercato proprio nella sua risonanza emotiva, di dolce e straniante recupero nostalgico di atmosfere dimenticate, o eclissate da ben più imperiosi e sovrastanti linguaggi. Il ritorno suggerito dal sottotitolo della raccolta (“Nostos par passadoman”) fa riferimento a una ciclicità inarrestabile e indifferente del tempo, quello particolare, personale, e quello universale, cosmico. Allora il ritorno al passato ( che è l'infanzia, con la sua miseria ben rappresentata dall'umiliante ricerca di una “casa popolare”, col gabinetto in cortile e qualsiasi intimità negata; ma anche dalle verginità di una natura che ancora conosceva “el ciaro” improvviso di una lucciola; o le ninne-nanne affettuose suggerite dalla “vose de me pare”) è un ritorno magari anche deluso, ma che mantiene in sé tracce di un disegno futuro, per un dopodomani che sappia trovare conforto e consolazione in una cosa minima e importantissima come la poesia: “Sento tuto che tase,/ che se sfalda e se 'lontana:/ vosi care, robe care...”. E se niente sembra avere più importanza (“La vita no' xe gnente. Gnente in tuto”) la cometa Halley che illumina il cielo “passerà 'ncora,/ passerà senpre”, per chi sappia guardare in alto.
Alida Airaghi
sett 12
Nella sua attenta ricognizione della poesia contemporanea, anche marginale e dialettale, o comunque poco rappresentata nell'editoria nazionale, “La vita felice” propone ai lettori questo volume del poeta veneto Renzo Favaron, accompagnato da un cd audio in cui le ventidue liriche presenti nel libro vengono lette con particolare sensibilità dall'autore sulla base delle suggestive musiche del compositore veronese Luca Donini. Se ha ancora un senso, oggi, scrivere in dialetto, quando la stessa lingua nazionale conosce una sua deriva e un probabile, forse inevitabile tramonto futuro, soppiantata dal dominio culturale e mediatico dell'inglese, forse questo senso va ricercato proprio nella sua risonanza emotiva, di dolce e straniante recupero nostalgico di atmosfere dimenticate, o eclissate da ben più imperiosi e sovrastanti linguaggi. Il ritorno suggerito dal sottotitolo della raccolta (“Nostos par passadoman”) fa riferimento a una ciclicità inarrestabile e indifferente del tempo, quello particolare, personale, e quello universale, cosmico. Allora il ritorno al passato ( che è l'infanzia, con la sua miseria ben rappresentata dall'umiliante ricerca di una “casa popolare”, col gabinetto in cortile e qualsiasi intimità negata; ma anche dalle verginità di una natura che ancora conosceva “el ciaro” improvviso di una lucciola; o le ninne-nanne affettuose suggerite dalla “vose de me pare”) è un ritorno magari anche deluso, ma che mantiene in sé tracce di un disegno futuro, per un dopodomani che sappia trovare conforto e consolazione in una cosa minima e importantissima come la poesia: “Sento tuto che tase,/ che se sfalda e se 'lontana:/ vosi care, robe care...”. E se niente sembra avere più importanza (“La vita no' xe gnente. Gnente in tuto”) la cometa Halley che illumina il cielo “passerà 'ncora,/ passerà senpre”, per chi sappia guardare in alto.