Adele Desideri per antologia Tempi d'Europa - Servizio Stampa 30.10.13
![]() Tempi d'Europa
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formato: | Libro |
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Adele Desideri per antologia Tempi d'Europa - Servizio Stampa 30.10.13
*Tempi d’Europa, Antologia Poetica Internazionale, a cura di Lino Angiuli
e Milica Marinković, prefazione di Amedeo Anelli, Milano, La Vita Felice, 2013.
La prefazione di Amedeo Anelli a questa pregiata raccolta di poesie - provenienti dalle aree più diverse dell’Unione Europea - è, a mio avviso, una sorta di “Manifesto”, nel quale si delinea un reale senso civico, un profondo, vero, sentimento europeo.
Anelli identifica, infatti, nella cultura (in particolare nella poesia) - e non nei tanto noti, quanto spesso devastanti interessi economici dell’Unione Europea - lo spazio per la costruzione di una comunità realmente capace di fare accoglienza, di costruire pace, di progettare tempi migliori e una qualità della vita eticamente accettabile, perché rispettosa dei diritti, anche linguistici, della persona umana.
“Gli intrecci, i prestiti, i conflitti, le tradizioni, i travasi, la qualità millenaria di alcune letterature, anche di piccole consistenze numeriche, il dialogismo, i continui passaggi di testimone, i bisogni di una tradizione rispetto ad un’altra, non rendono più possibile il sostare monologicamente in ambito linguistico nazionale, sia ricostruttivamente nella storiografia sia creativamente.
In una correlazione stretta fra geografia e storia, fra temporalità e spazialità, fra corporeità complesse, modi di gestire gli “orizzonti”, i tempi e gli spazi, anche creativi, le culture si aprono ad un sentimento complesso dell’intersecarsi temporale delle tradizioni, che riguardano sempre più il senso del presente e la costruzione del futuro.
Di qui i condivisibili auspici di molti e anche dei curatori per la formazione di un’Europa dei popoli, delle culture e delle idee, in cui la diversità rappresenti un valore, un auspicio di senso ulteriore, un’apertura significativa, nella costruzione di un senso di comunità plurima, armonica e dialogante, rispettosa delle diversità, avendo ben presente che ogni prassi istituisce una propria controprassi e che «rendere la luce» può comportare «una cupa metà d’ombra».
(…)
L’antologia, dove peraltro troviamo anche la uguale dignità e vitalità di lingue e dialetti, si muove in un auspicio di rinnovata percezione delle cose e delle comunità, in una visione di “bene comune”, che, come l’acqua, ci potrebbe dissetare nella prospettiva di un’umanità più piena, prossima e plurale”.
(Dalla prefazione di Amedeo Anelli)