Aky Vetere per Luca Denti
28.09.2014
Sull'orlo degli addii
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autori: | Luca Denti |
formato: | Libro |
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LUCA DENTI
Sull'orlo degli addii
La lettura di questa nuova silloge di Luca Denti, propone un linguaggio ancora più astratto del precedente lavoro: Amore interrotto.
Qui la parola si trasferisce Sull'orlo degli addii, dove nel paradosso della crudeltà, spazio e tempo incontrano una geometria nuova diventata orlo della solitudine colmata dal sogno. Realtà sognata o sogno reale, si incontrano entro una visione surreale dela vita che trasforma il vuoto in seduttiva poesia. Per questo Luca Denti rimane poeta reiterando gli stessi gesti che l'hanno portato a lanciare un primo sasso alla luna ad occhi chiusi e questa volta con il desiderio struggente di riprendere il sentiero di casa (…) da portare al presente. Forse solo così la geometria del sogno si unisce alla geometria del reale e diventa dimensione libera allargata all'infinito possibile, come quando da bambini si costruisce il mondo entro una stanza chiamata sogno, sublimazione del reale. E’nel sogno che prima di abbandonare i baci sopra il comodino l’ombra diventa luogo della notte e apre al buio un nuovo corso sotto un cielo nero che prende la penna e disegna la luce.
Mi chiedo/ quante volte ancora/ l’ombra resta muta/ trascinata senza vento nei vicoli di pietra/ piegata controsenso/ fra l’erba alta/ solo così,/ quando viene la sera/ e la luce spegne/ appesa alla seggiola.
L'ombra che avvolge la sua poesia, è una chiara prelusione alla spiritualità: non pochi sono gli ascendenti di una poetica che ruota attorno alla fuoriuscita dell'anima dal corpo, incontro di uno spirito che non sa stare legato al fascino ebbro della libertà.
Toglietemi la stretta, dice, di catene arrugginite da tempo saldate/ alla direzione della gamba/ tornerò a gattonare/ scoprendo i dettagli/ delle fessure poi/ la necessità dell'equilibrio/ ma prima/ un nuovo cielo come mare/ dove tuffarsi a pancia in su.
Anche la notte sa consolare; in lei è l' anticipazione della luce e, detto così tout-court, la poesia di Denti rivela una profondità che modula non solo agli orli ma anche gli urli degli addii che sono i morsi più feroci del vuoto. Per questo in Denti c'è anche una previsione teista che impredibilmente si allunga come una luce nelle nebbie del dolore. C'è un'oscurità strana/ oltre il muro/ dietro il perimetro dei fari/ come se la notte/ aspettasse paziente/ l'allontanarsi della ronda;/ fra l'erba si muove/ qualcosa, resta basso,/ al riparo delle fronde. Neppure questa luna perdente/ comprende che è un abbaglio/ un sogno improvvisato./ Ho gettato al di là gli occhi/ forse qualcuno li avrebbe raccolti o perlomeno calpestati. Sono poesie belle e per tutti, perchè tutti come Luca Denti oscilliamo tra libertà e oppressione nella ricerca di una bellezza pudica che si nasconde sotto le coltri della prigionia dell'anima.
Aky Vetere