Anteprima Poesia: Gli scorpioni delle Langhe di Tiziano Fratus
![]() Gli scorpioni delle Langhe
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autori: | Tiziano Fratus |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Volume disponibile per fine ottobre.
Chi apre questo libro rischia grosso:
dalle dita dei piedi potrebbero spuntare radici
e dalle mani fronde di carpino o corbezzolo...
... qualcosa nel mondo poetico di Tiziano Fratus è cambiato [...] A stupire nel “secondo” Fratus è – insieme con un rasoterra che va in cerca quasi di un’esibita atonalità, l’associata esigenza di un dire trasparente, che non cerca più gli incroci spericolati della congerie [...]si è fatto domestico e ha fatto respirare anche le parole di quella che chiama “poesia ambientale”. [...]
Fratus imbarca orienti e occidenti in un atlante espanso di geografie emozionali o emotive. E va in cerca di sé dentro quel respiro planetario, cui si richiama la “terra madre”. [...]Tutto questo si traduce in una sorta di apertura infinita, di fraternità o fratellanza dichiarata [...] Poesia come “umanità in cerca di un abbraccio”. Nell’età delle passioni tristi, e dell’incapacità di amare (...), la voce della poesia continua – attraverso Fratus – a proporci le emozioni più robuste e vitali.
[...] il nuovo libro, che in parte attinge al passato e più robustamente coniuga il presente (denota) un tratto fortemente visivo e a volte visionario: come se tutto si traducesse in una vista talmente acuta da trasformarsi in visione. [...] Un secondo tratto, più narrativo: ossia la buona disposizione a raccontare le storie (personaggi, incontri, situazioni che da quella visività affiorano). Un terzo tratto – stilistico – di forte vigilanza e di grande controllo espressivo. E ovunque una disposizione non già all’emozione dichiarata ma piuttosto all’immagine che la dice, all’incontro che la sviluppa, al dialogo che la suggerisce, al tu che l’accoglie.
E resterebbe ancora da dire – recuperando le stazioni del tempo attraversato – una predisposizione a rompere le giunture, a scartare in enjambement vertiginosi, a provocare choc, a un dire per ictus. Un po’ come se una ferita sempre aperta si agitasse nel fondo di quell’io a cui Fratus delega qualche volta (non sempre, vista la sua oggettivazione per figure) un’inquietudine irrisolta. Del tutto evidente (e chiaramente bipartito) il componimento d’esordio del nuovo libro, intitolato – pour cause – Non è vero che la scrittura sia soltanto una cicatrice. Da un lato le parole strappate col forcipe dal buio (e dal buco) del profondo (e dello sprofondo). Dall’altro – nel sole aperto – il movimento del cervo volante che «rusca sulla pelle», emblematizzando quell’esercizio dell’«ispirazione» (anzi dell’«inspirazione») che designa una superficie scaturente – come dicevo – da sempre aperti sottosuoli.
È da un granello di sale su quella ferita che procede il cammino di Fratus. La sua mai dimissionaria vocazione di poesia.
dalla prefazione di Giovanni Tesio
Non è vero che la scrittura sia soltanto una cicatrice
Queste parole sono impresse col sangue,
una chiave che gira e si estrae dal buco
come un forcipe che strappa la vita al buio.
Ma poi si esce al sole aperto, ci si inchina,
un cervo volante si posa fra le tue mani.
Rusca sulla pelle, te lo conferma, chiudi gli occhi
et inspira
Poesia con radici
Spero sempre in un mondo, piccolo e laterale,
tascabile, dove gli occhi e le mani mettano radici
e la parola armi non possieda cittadinanza.
Ma si sa: agli umani bastano le unghie, e i denti,
eppure vorrei percorrere quel sentiero con altre scarpe,
scarpe più comode, che sanno aderire e ripartire
Il granello di sale
Quell’infinito che si disegna la mattina
sulle tue labbra lascia un piccolo granello
di sale che raccolgo con le dita e metto
in disparte, sotto al cuscino. Non ho
deciso se alla fine della stagione li getterò
nel lago in cima alla montagna, se ne farò
una statua della moglie di Lot che si ritrae
a osservare Gomorra nelle viscere della terra,
o se li seminerò, nuovamente, nel tuo grembo
aspettando la visita di un angelo, muto e
indecifrabile. Ma non importa, la meraviglia
vive quel battito d’ali quando la luce ti sveglia
Gli scorpioni delle Langhe
Li trovavi sotto le pietre, spalmati,
nei muri a secco, mentre il sole calava dietro
le colline tagliate coi filari, a occhio di geometra.
Una scintilla scura, che rimaneva lì,
sospesa, nella percezione di un qualcosa
di insolito, che non capivi quanto fosse vero.
Poi la sera, e la notte, uscivano a pizzicare le zampe del cane,
annegavano nei sottovasi colmi d’acqua, invadevano
gli angoli della casa e venivano in camera,
a osservare mentre russavi, a banchettare coi sogni
che non ricordavi, quei sogni di bambino che non fai più.
Ti puntavano gli aculei contro, la mattina,
alle prime luci del sole che saettavano oltre le veneziane,
soltanto allora eri sicuro che la realtà spesso supera
di una misura la fantasia, una misura corta, da acrobata.
Quando perdevi un dente sotto il cuscino non trovavi monete,
soltanto piccoli scorpioni in coppia, danzanti, a pinze strette,
credono in un Dio tutto loro e sussurrano un dialetto che non sa di mare
***
Tiziano Fratus (Bergamo, 1975) ha pubblicato diversi libri di poesia in Italia e all’estero, fra questi A inquisiçao (Lisbona, 2004), A Room in Jerusalem (Brooklyn, 2008), Creaturing (Detroit, 2010), Doubleskin (Singapore, 2009), Poèmes chuchotés sur la berge du Pô (Lugano, 2008), Ninguém sabe de nós (Belo Horizonte, 2011), Il molosso (Roma, 2005, Torino, 2010), Poesie luterane (Bologna, 2011). Ha fondato e diretto dal 2006 al 2010 le Edizioni e il Festival Torino Poesia. Dal 2010 è impegnato nel ciclo di “taccuini, volumi e mostre fotografiche per cercatori di alberi” dal titolo Homo Radix. Per questo suo percorso personale ha ricevuto a Pistoia il premio speciale Natura conferito dall’Accademia del Ceppo. Cura una rubrica settimanale sul quotidiano «La Stampa», Il cercatore di alberi, dedicata al patrimonio arboreo monumentale italiano. E' stato al centro di un documentario realizzato da Manuele Cecconello nel 2012 fra le sequoie più antiche d’Italia al Parco Burcina di Pollone, nel biellese. Attraversa i paesaggi, guida passeggiate, disegna itinerari, tiene corsi e laboratori per bambini e per adulti, coltiva un orto e un giardino. Ama i romanzi di Jean Giono e la liquirizia. Sito: www.homoradix.com.