Anteprima Poesia: Mancina nello sguardo di Floriana Coppola
![]() Mancina nello sguardo
|
|
autori: | Floriana Coppola |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
L’io narrante di Floriana Coppola (...) si muove in uno spazio modale tanto semantico che concettuale, offrendo al lettore sequenze di immagini poetiche e di segretezze intime con slanci lirici e decifrabili. [...] con il suo agire sensibile ed esperto, il suo fraseggio ebbro di ingegno immaginifico, ci prende e ci apre alla trasformazione lenta e meticolosa dei nostri conflitti quotidiani al fine di ampliare il divenire possibile del mondo. Attraverso la trattazione di percorsi familiari, dolorosi e soggettivi, fa riemergere la spigolosità di drammi sociali dai plurimi significati [...]
La denuncia del mondo assente e indifferente non si rinchiude in un irrigidimento di tecniche consolidate: la limpidezza della forma sottende una spiritualità che comporta la solidarietà patita/condivisa. Diverse sono le intonazioni stilistiche in cui si percepisce la coscienza dell’utilità del tormento rivalutato come strumento di ricostruzione dell’ispirazione poetica [...]
Coppola non intende perfezionare il campo intorno all’Ego inteso come cellula centrale, ma al contrario, parte dal senso muto e sotterraneo delle parole per avanzare costruzioni sulla a-normalità dell’interiorità soggettiva spingendosi a denudare l’emozione.
I versi di Floriana Coppola fanno scattare il transfert e l’empatia che comprova la necessità di imitare, e fare propri, i codici della coscienza poetica per non sentirsi giudicati da modelli limitanti legati esclusivamente alla scrittura di genere. La poesia restituisce e sfida il mondo unico e originario con le sue innumerevoli presenze, sollecitando linguaggi sperimentali e mai subordinati alle singole ambizioni personali. Già nella dedica, Coppola decide di affidare la sua intima confessione lirica ad un lettore accorto e scrupoloso capace di osservare e bilanciare l’audacia del racconto delle esperienze personali, «condotte anche esse ad una condizione di oggettività» (O. Elitis) come unico attore/destinatario del mistero dell’esistenza: «il mio corpo e ogni cerchio racconta// è l’archivio segreto/ del mondo».
dalla prefazione di Rita Pacilio
**
ricordare, memorizzare, archiviare il passato e i volti per farne sangue e andare avanti nel giorno che mi aspetta
Cibo parola
poesia come pane
frammenti dispersi tra i denti
tra le corse affannate
di prima mattina
mordo affamata la frase e strappo
la buccia della vita a brani
cibo miele amaro rappreso tra le dita
ingoio parole, distesa
allungo le gambe, guardo il cielo
la nube, un felino che ringhia
il respiro, un lago calmo tra radure dolenti
frantumo la scorza ruvida del pane
misuro la distanza
per non averne paura
è lo steccato naturale tra gli uomini
la poesia marca il territorio
con i suoi picchetti di carta e di fumo
poesia come pane
nutrimento per pochi inabili
cibo dolceamaro
solo per me
il passato scorre in vena, si incunea nei solchi amari di ogni pensiero al di là dei giudizi e della pena, diventa espiazione e scrittura
Sono animale ruminante
bruco l’erba e il ricordo
con calma lenta, calma ossessiva
muovo la felce amara nella mandibola storta
rimugino la mia condanna
sotto il cielo noncurante
il fiume straborda, macchia
si infila, si fa posto nella riva
ingoia suolo ad ogni onda
ho scelto l’esilio, ferita inflitta con mani ruvide
prende il posto del respiro più semplice
il respiro non è mai un’operazione semplice
non conosco tregue comode
veleggio nel mare in acque in tempesta
e non cerco approdi
hanno tutti ragione tranne me
sono ricca nell’altrove
povera fino all’inedia
nel tuo sguardo distratto
stabilisco ogni giorno le mie priorità
un elenco essenziale da portare in tasca
e poi le dimentico per stanchezza
come un matto le chiavi di casa
sono anni che non mi avvicino
al riscatto, occasione unica mancata
non voglio risarcimenti facili
i conti non devono tornare
meglio rimanere in credito con il passato
il risentimento è una colla acida che inchioda le ossa
al petto e poi vischiosa ti lega alla terra
diventa cibo quotidiano e trancia le ali al sogno
mi vesto di approssimazioni a buon mercato
e oscena sbrodola la mia anima
dal catino del tempo
questo è un gioco si sa
bisogna comprenderlo fino in fondo
prima di togliersi di mezzo
**
Non ho capito niente
ho sbagliato fazione
ho scelto i perdenti
non posso farne a meno
ma non so reggere il presente
la crisi mangia posti di lavoro
e ogni alba del mattino
un mostro ingoia i sogni
come tuorli d’uovo
la speranza marcisce
nelle scarpe slacciate dei più giovani
la bestia si aggira lenta per strada
si ferma all’autogrill, fa benzina e procede
il tir infernale non vuole tregue né autista
una macchina impazzita
incamera energie e numeri
centinaia di cassaintegrati
non so quante aziende chiuse
ventimila operai licenziati
i laureati sperano di fare i postini
i docenti sono gli ultimi sudditi
vita precaria per tutti
ma non per loro gli eletti la casta
gli intoccabili
complimenti per
il legittimo impedimento
il domino che massacra non li prende
li scansa con precisione scientifica
siamo solo noi i birilli
sul bowling del giorno
Floriana Coppola vive a Napoli, dove insegna materie letterarie negli istituti statali superiori. Scrittrice, poeta e collagista, specializzata in Analisi Transazionale, perfezionata in Didattica e Cultura di genere e in Scrittura autobiografica, socia dell’Associazione Etica Pubblica e della Società Italiana delle Letterate, ha scritto racconti, romanzi e sillogi poetiche incentrate soprattutto sull’emersione dei problemi e dei linguaggi femminili.
Nel 2004 ha pubblicato il romanzo «Donna Creola e gli angeli del cortile» (Guida Lettere Italiane) e nel 2005 la silloge poetica «Il trono dei mirti» (Melagrana onlus editore). Nel 2009 le è stato conferito il premio giornalistico e letterario «Marzani» organizzato dall’Associazione Campania Europa Mediterraneo. Nel 2010 ha pubblicato la silloge «Sono nata donna» (Boopen Led). Nel 2011 ha curato i due quaderni antologici di poesia «Alchimie e linguaggi di donne» (Boopen Led/Photocity), nati all’interno del Festival di Letteratura Filosofia e Poesia di Narni e l’antologia poetica con Ketti Martino «La poesia è una città» (Boopen Led/Photocity). Nel 2012 ha pubblicato il romanzo «Vico Ultimo della Sorgente» (Homo Scrivens). I suoi testi poetici e i suoi collage di poesia verbovisiva sono raccolti in molte antologie letterarie e in cataloghi artistici.
In copertina: Sguardo di Carla Petretich