Cetta Brancato riscrive Santa Rosalia - Ricky Tognazzi cura la regia per la messa in scena
![]() Capovolto cielo
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autori: | Cetta Brancato |
formato: | Libro |
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Teatro e devozione per Santa Rosalia: Cetta Brancato rielabora un brano della raccolta “Capovolto Cielo”
Cetta Brancato porterà in scena con l'aiuto del regista Ricky Tognazzi una rielaborazione di un brano della raccolta "Capovolto Cielo" in occasione della festa sacra in onore della Santuzza il 4 settembre
Dopo aver raccontato “L’Arte e la Devozione” e “L’Artigianato e la Devozione“; non poteva mancare il teatro tra le arti che quest’anno celebrano una meravigliosa Santa Rosalia che arriva al suo 400 Festino. Cetta Brancato riprende la raccolta “Capovolto Cielo“, pubblicato da La Vita Felice edizioni, Milano. Il testo viene poi attenzionato ed espanso fino a diventare una pièce teatrale la cui regia in occasione della ricorrenza liturgica di Settembre della santa verrà messo in scena con la regia di Ricky Tognazzi.
La rielaborazione del “Capovolto Cielo” fatta da Cetta Brancato
L’autrice Cetta Brancato racconta come nasce quest’idea e come si trasforma fino ad arrivare a essere una prosa teatrale che verrà messa in scena per Settembre in occasione della festa liturgica dedicata alla Santa, sotto la regia di Ricky Tognazzi.
Dall’estro incomparabile, e dalla profonda sensibilità di Cetta Brancato ecco nascere una pièce teatrale davvero unica nel suo genere, un’inedita Santuzza, che stanca come dopo una giornata di lavoro si sfoga un po’ sulla fatica e sull’orgoglio di essere la Santa protettrice di Palermo.
Non mancano interlocutori di un certo rilievo a questo monologo-sfogo di Santa Sinibaldi. Addirittura il nume tutelare pagano della città, il nostro amatissimo Genio di Palermo, ed il co-patrono San Benedetto il Moro, di cui per altro quest’anno è il 300° della sua consacrazione.


La trama della rielaborazione teatrale
Cetta Brancato immagina: un monologo di Rosalia stanca, stressata da una lunga e frustrante giornata di lavoro comincia a lamentarsi. Successivamente incontrerà San Benedetto il Moro e inveisce sulla faticaccia che comporta operare per il bene della città. A questo all’improbabile duo si aggiunge anche la divinità fluviale pagana che da sempre è il Genio laico della città.
Il Genio, che sornione ribadisce di avere avvertito la dolce Rosalia che l’ufficio che andava a ereditare nel momento in cui è divenuta patrona non sarebbe stato per niente semplice. Rosalia lamenta la fatica e gli sforzi, che in taluni casi a poco servono, ma che in realtà occorrono, nonostante i suoi problemi, perché la città in questione è la bellissima Palermo. Con fare femminino e orgoglioso, rivendica la sua santità, la sua purezza, la sua nobiltà, il suo sacro ufficio, la scelta sempre indomita di aver scelto il suo credo a discapito delle delizie del mondo che le era riservato. Chiaramente tra il serio e il faceto viene fuori un esilarante sfogo che attraversa tradizioni e contemporaneo.

Grazie a Cetta Brancato per aver dato un’ulteriore sfaccettatura alla caleidoscopica bellezza della nostra Santuzza palermitana, in omaggio al suo 400° festino.