D. Mega per Rosa Salvia
![]() Mi sta a cuore la trasparenza dell'aria
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autori: | Rosa Salvia |
formato: | Libro |
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UNA NOTA CRITICA ALLA SILLOGE MI STA A CUORE LA TRASPARENZA DELL’ARIA
DI ROSA SALVIA (ED. LA VITA FELICE)
La crisi ambientale non è una novità per nessuno. Il fatto però che tale dichiarazione di intenti sia ribadita con convinzione nel titolo di una silloge di poesie, la dice lunga.
In Mi sta a cuore la trasparenza dell’aria per i tipi de La Vita Felice, Rosa Salvia si sente parte del mondo e delle cose perché l’aria che respiriamo è “porzione estrema di un destino comune… che la sorte ci diede in dono”. Per dirla con Luce Irigaray, l’aria è “ciò che ci avvicina e che ci separa. Ciò che ci unisce e dispone tra noi uno spazio per noi. Ciò in cui ci amiamo, ma che appartiene anche alla terra… che ci collega all’universo e rende possibile la nostra solitudine come i nostri scambi. Materia universale del vivente.” Ci si rende conto subito della qualità dell’offerta poetica che chiede partecipazione e consenso al lettore, travolgendolo in un comune sentire.
Ti scrivo nelle notti insonni
e ho la sensazione come di dissolvermi
insieme alla falce di luna appesa
al filo degli specchi
che fissa in un riverbero
il tuo sorriso al mare.
Dà voce agli elementi della natura Rosa Salvia, e forse é anche per questo che la sua poesia è ricca di illuminazioni, rivela, svela, chiarisce, denuncia.
C’è tensione civile infatti, denuncia della violenza, difesa dei diritti umani delle donne, dei bambini, che si intreccia ad una tangibile nostalgia di attimi passati, “d’un tempo che fu” per “voglia di trasparenza e di innocenza”.
Con sensibilità tutta femminile, la poetessa esorta a mettersi in ascolto “Ascoltiamo ciò che le cose hanno da dire” così da imparare “a meditare gli alberi” per difendersi da un mondo agonizzante in cui prevalgono avidità, vanità, incomprensione, “lusinghe che predano”, pensiero del denaro, e in cui gli uomini sono divenuti “maschere di fango”, che “s’inquietano facilmente / se tu le denudi”. Fortunatamente
Sotto il vestito arde
un mite calore, di affetti e di memorie.
Ed è proprio questo mite calore che ci protegge dalla “doglianza del mondo”, ci illumina e consola, rendendoci capaci di “respirare la notte / l’ampiezza di spazi lontani” e di sentire ancora “vivi” i propri cari dispersi e “attuali” le voci delle poetesse Weil, Campo, Dickinson, Pozzi, Morra, paragonabili al coro della tragedia greca e sentite vicine tanto da chiamarle familiarmente col loro nome.
Più volte Rosa Salvia ritorna sul tema della maternità, si sente madre di se stessa, pronta a cullare la bambina che si porta dentro, rievoca il mito della dea madre Ti’amat, che diede vita al cielo e alla terra, al giorno e alla notte, ricorda la propria madre, in una delle liriche più belle e commoventi della silloge.
Sui suoi occhi sospesi in mezzo
all’ombra
la mia mano disegnava, oscura,
una carezza
il cuore gonfio dei suoi giorni perduti,
dei miei giorni vissuti
senza spazio -con lei-
In “A mio padre” invece la poetessa scrive che
Come foglie sono certi padri.
Le foglie, alcune il vento le getta a terra,
altre il giardino le nutre a primavera.
Allo stesso modo fanno i padri, “alcuni crescono rigogliosi, altri dileguano”.
Moltissimi sono i riferimenti culturali presenti, Rosa Salvia attinge a piene mani al proprio ricco patrimonio interiore, agli affetti, ai ricordi. In versi musicali e sempre controllati dal punto di vista formale, in linea con la migliore tradizione classica, riesce a congiungere la leggerezza e la scorrevolezza che ha del visionario con una profondità di sentimenti ed emozioni che toccano il lettore. Coinvolgono il forte attaccamento agli elementi naturali primordiali, la ricchezza di immagini, di argomentazione e di linguaggio, la potenza espressiva delle metafore, l’atmosfera quasi sacrale e suggestiva di molte poesie, nutrite di memoria e di arcaica saggezza.
Deborah Mega