Fausto Celeghin per Marvi del Pozzo con «La logica delle nuvole»
![]() La logica delle nuvole
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autori: | Marvi del Pozzo |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Come sapete non sono un recensore. Già la parola provoca obbrobrio. Sono un lettore, e in questa epoca (di pazzi, ci mancavano gli idioti dell'orrore) per citare Battiato, non è poco.
Vi suggerisco solo libri che hanno suscitato in me una sorta di salto nell'evoluzione della specie. Così ritrovo questo libro ovunque, sempre con me da una settimana.
Dapprima occupiamoci delle note tecniche, noiose ma utili per la pregevole fattura del volume:
- Copertina con bellissima grafica minimalista.
- Serie le voci italiane. Poesia contemporanea.
- Carta avoriata di pura cellulosa riciclata all'80 %
Prime impressioni
La scrittura fresca e gioviale, intimista ma resa universale - i fruitori ne traggano benefici terapeutici - le visioni stupefatte, le poesie con argomenti più disparati ma sempre diffondendo la magica parola ed essendo al servizio di essa, fanno pensare a un'opera prima. Una cifra stilistica moderna, ma ancorata alla tradizione ci fa entrare in simbiosi con l'autrice. Ebbene invece Marvi del Pozzo, che scopriamo intellettuale (esiste ancora qualcuno che usa questo termine?) di gran livello, nonché guida e mentore degli incontri di "Tempo di Parole" al Circolo dei lettori di Torino per ben tredici anni, ha già autopubblicato nove volumi. Tengo a dirlo: l'autopubblicazione è una scelta voluta perché l'autrice considera la poesia un percorso d'amore indissolubile dalla vita, come spiega nella bellissima introduzione.
Arte e vita, connubio indissolubile nel quale mi trova d'accordo, dato che anch'io ho scritto trent'anni solo ed esclusivamente per me. Scrivere per vivere e se si è fortunati pubblicare un libro per raccontarla. Via alle danze.
La logica delle nuvole
…
Scrivere poesia
è un senza tempo
di tragica Sibilla,
un Dio
metafisico e laico
fatto uno col poeta
tramite la parola, accade.
Sgomenta il pensiero
che a questo Dio
invisibile
sei tu a donare vita.
La bella prefazione del libro scritta dall' autrice chiarifica le sue opinioni, ma solo a lettori distratti. È a testi come questo, che apre il volume e a "Essere poeta" che io guardo.
Scrive l'autrice: "Per me c'è voluto un evento traumatico, in cui, fiaccatissima nel corpo ma non nello spirito, incontrai nella situazione più difficile la poesia. Fu lei a salvarmi e a non abbandonarmi mai più. Emozione e pensiero sono correlate: devono portare a una riflessione che esuli dalla singola persona, devono elevarsi alla generalità"
La poesia deve procurare ulteriori pensieri in altri, far dire a qualcuno: “È vero, sento anche io così dentro di me, queste semplici parole mi appartengono, vorrei averle scritte io...".
Penso che queste parole delineino un percorso raro e illuminante. A mio parere vi sono due tipi di forze che fanno scrivere: il dolore, la gioia. Il dolore di Marvi è del terzo tipo: l'autrice non scarica le sue frustrazioni in un verso, ma le veicola e le rimodella come un demiurgo della parola e le rende in bellezza al lettore. Razza poetica rara questa, come lo sfortunato Pierluigi Cappello mai ha riportato la disagiata condizione nella sua poesia.
Alla fine del volume "Dialogo tra me e te".
Breve epistolario di Marvi del Pozzo e Cinzia Marulli, la curatrice e splendida amica, illuminante e divertente scambio epistolare fra due amiche. Bellissime, sincere e soprattutto solidali. La ritrosia dell'autrice alla pubblicazione da una parte, nel rispetto umile e riservato della musa, contro lo sprone e l'irrequietezza di Cinzia Marulli, per la paura di perdere importanti testi che sarebbero rimasti inediti e fruibili in una stampa solo per pochi eletti "at home". Da qui il difficile lavoro di cernita e composizione dei testi della curatrice della silloge, che Marvi del Pozzo non esita a definire “il nostro libro”, insomma finalmente al debutto.
Cinque emozioni per cinque viaggi
- “Filosofia del naturale”, sulle suggestioni della natura in ogni sua forma;
- “La folgorazione dei frammenti”, in cui si privilegiano forme espositive effettivamente brevi, secche, lapidarie;
- “Il nutrimento degli affetti”, ciò che alimenta quotidianamente tramite persone e cose care
- “Vita dei miei silenzi”, pensieri e parole ricorrenti, magari a rischio di ripetitività, ma esposti così come vengono alla mente nei momenti di solitudine ricercata e di concentrazione nel dialogo con se stessi;
- “Fantasticherie”, sogni, visioni, creatività fantastica. Sono forme di poesia che si fanno vita e diventano parte integrante della realtà
Come vedete chiaramente il libro è suddiviso in cinque parti. Si possono leggere indipendentemente, a seconda del vostro stato d'animo, o in un percorso più strutturato dalla prima all'ultima.
Di fronte al mistero e alla meraviglia stupefatta della poetessa, di fronte alla natura e alla sua potenza come ne "L'uomo e il mare", troviamo la voglia di superare le colonne d'Ercole nella poesia "Vela" per poi, dopo avere testato i propri limiti, ritrarsi a quel poco che serve, come scrive la poetessa in "Percorsi". “Eclisse parziale di luna” ribadisce la caducità dell'esistenza sul fronte dell'ignoto. Ancora il viaggio come metafora del quotidiano. L'album di figurine da incollare di "Si...viaggiare" spinge l'autrice a esplorare il divino nell'arte e nella natura. Di fronte al grande viaggio, una dimensione casalinga con tante cose da scoprire. I viaggi nel mondo, sembra dire l'autrice, non sono più importanti dei viaggi interiori di ogni singola vita e delle sue piccole grandi meraviglie.
E via così sulle strade dei grandi poeti e con poche pennellate si dipinge “Grigiore”, “Città”, “Mendicante di parole”, “Esser poeta”. Soprattutto “Certi poeti”, a cui l'autrice sembra avvicinarsi per poi schermarsi nuovamente in altre poesie.
Un posto speciale nel cuore di Marvi sono gli esseri viventi: un commosso ritratto del suo amico, il cane Olly e poi una chicca che vi suggerisco, un colpo basso da parte mia, ma solo per la stima che nutro nella poesia. Avendo letto tutto il libro, in "a Ioio I" scoprirete la freschezza di queste poesie, che è frutto di un gran lavoro di abbattimento delle barriere generazionali, di umiltà, in una modernità così vivace da apparire un regalo prezioso. L'età anagrafica non conta, e Marvi non si pone su uno scranno, anzi propone dei dubbi e delle risorse: materiale per riflettere, rilassarsi, pensare.
L'ultima parte, “Fantasticherie” è per me la più intensa: "Si è poeti per sempre / se si nasce / malati per destino / a un'attenzione vigile alle cose / ... / benedizione o forse una condanna”. Poesie eterne sulle letture, sulla musica ascoltata, sui quadri. Tutto in punta di piedi per non disturbare la parola, ma in un fragoroso silenzio che aleggia nel nostro petto, che vi resta come eco. Il resto è un invito a scoprirlo da soli.
Sorbetto 2021