Francesco Gandini è venuto a mancare. Un saluto da La Vita felice
02.02.2015
Fammi dono di parole,
le legherò in refe leggero
come filo di perle
riempiranno i fogli
dei miei quaderni
e non avranno indici di fine
batterò con loro
l'ansia che attenta,
le legherò con una fermezza
di diamanti e oro.
Vorrei essere accanto a te
quando il sole
batte sulle imposte
e ti sorprende
nel tuo aprirti al mattino,
nei tuoi occhi
e sulla tua bocca
stupore di parole.
Posare il capo
in quell'impronta
ove respirò la notte
e nella quiete
di quel caldo nido
risognare le ali
che battono
al mio mattino.
Anche le cose hanno una loro memoria
e uno spirito che ne sottende l’anima
all’arco della vita: la carta dove tu un giorno
scrivesti: «forse domani»
capita improvvisa fra le mie dita
con la sua inquieta promessa,
come persona ritrovata
mi parla e inciampa scolorita.
Vorrei strapparla,
ma il coraggio mi manca,
vorrei riportarla a te
perché tenendola stretta con amore
fra le tue dita
le possa ridonare
l’anima gaudiosa
del suo ritorno al futuro.
Riscalderò nella notte
il profilo della memoria
per rivedere in una luce nitida e bianca
quel giorno di carta,
la affilerò con lama
che ritagli il foglio
della mia giostra stanca,
attenderò l'alba
e ancora la cercherò,
forse domani
e saremo insieme a Surlej.