Giorgio Linguaglossa su Galleria del vento di Luigi Cannillo
10.03.2016
![]() Galleria del vento
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autori: | Luigi Cannillo |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Luigi Cannillo POESIE SCELTE da Galleria del Vento (La Vita Felice, Milano, 2014) con uno stralcio della prefazione di Sebastiano Aglieco e un Commento impolitico di Giorgio Linguaglossa
su blog L'ombra delle paroleCommento impolitico di Giorgio Linguaglossa
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La galleria del vento è un’apparecchiatura che viene utilizzata per studiare l’andamento di un flusso di un fluido (tipicamente aria) attorno ad un corpo.
Le misure che si effettuano sono tipicamente misure di velocità globali e locali, di pressione, di temperatura e di forze esercitate da un fluido su un corpo. Nella galleria del vento vengono anche effettuate le cosiddette visualizzazioni dei campi di pressione, temperatura e di forza che si stabiliscono sulla superficie del corpo oppure del campo di velocità del flusso. Nelle gallerie supersoniche (ma in generale in tutte le gallerie con flusso comprimibile) le visualizzazioni vengono fatte sfruttando il fenomeno della rifrazione della luce che attraversa due sostanze con differenti densità.
La possibilità di effettuare prove in galleria del vento si basa sul cosiddetto principio di reciprocità, il quale afferma che dal punto di vista del valore delle grandezze fisiche che vengono misurate e dell’andamento dei flussi sul corpo, è indifferente muovere un corpo in un fluido fermo o muovere il fluido attorno ad un corpo fermo.
La metafora di origine scientifica del titolo indica bene la direzione del lavoro poetico di Luigi Cannillo incentrata sul mito del ritorno nell’utero materno, in stato di quiete, in stato di immersione nel liquido placentale, la beata felicità del corpo in stato di immersione. Cannillo fa una poesia dall’andamento lento, fluido, adotta un metro sostanzialmente endecasillabico, opportunamente atonalizzato e neutrofilizzato, una sorta di regolo metrico e timbrico che serve da scafandro stilistico per l’immersione nella pressione atmosferica, o nel liquido amniotico, se si preferisce. Un po’ un esperimento di reintroduzione del corpo del figlio nella placenta della madre per riprovare quelle sensazioni dimenticate del fluido che scorre sul corpo del feto. Di qui lo stato di continua perdita. Una esperienza intima e dissolvente, una esperienza impossibile che si può riproporre soltanto con lo strumento della poesia. È questa la scommessa del libro. Ecco tutta una serie di immagini e coloriture tra loro segretamente imparentate con l’ordine del tempo: «Vedi, tutto si riduce ad attesa», «c’è il giardino che trascolora», «cristalli del corpo», «corridoio buio», «pelle vetro», «vortice che scorre», «ruota del vento», «il corteo delle impronte».