La tesa fune rossa dell'amore - madri e figlie - estratto da Lasciarle andare
07.07.2015
![]() La tesa fune rossa dell'amore
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autori: | |
formato: | Libro |
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Fiorenza Mormile
Già la prima sezione Lasciarle andare, presenta il tema fondamentale, quello di sciogliere un cordone ombelicale che, da organico, diventa psichico. Mentre in un primo tempo il suo fluido procede a senso unico, dalla madre alla figlia, finisce poi per trascorrere nei due sensi, dall’una all’altra, avanti e indietro, alternando spinte centrifughe e spinte centripete per cui non si comprende più chi vuole lasciare e chi trattenere, in una perpetua ambivalenza degli scambi.
Dar voce a questo rapporto richiede di inoltrarsi in spazi sconosciuti, di affrontare l’ignoto e di forzare la lingua a dire ciò che non le compete: vissuti che debordano dalla sintassi e dalla grammatica, che sfidano la logica aristotelica,
l’ordine geometrico del mondo, la gerarchia dei valori. Il legame che connette madri e figlie non ha eguali perché solo la genealogia femminile procede sfilando di corpo in corpo. Gli uomini nascono e crescono passando attraverso un corpo diverso, di un altro genere. Solo noi ci conteniamo, come le matrioske russe, l’una nell’altra. Un contenimento che psicologicamente procede in entrambi i sensi, avanti e indietro, in una sorta di controtempo o controcanto.
Silvia Vegetti Finzi
Catrin
Gillian Clarke
I can remember you, child,
As I stood in a hot, white
Room at the window watching
The people and cars taking
Turn at the traffic lights.
I can remember you, our first
Fierce confrontation, the tight
Red rope of love which we both
Fought over. It was a square
Environmental blank, disinfected
Of paintings or toys. I wrote
All over the walls with my
Words, coloured the clean squares
With the wild, tender circles
Of our struggle to become
Separate. We want, we shouted,
To be two, to be ourselves.
Neither won nor lost the struggle
In the glass tank clouded with feelings
Which changed us both. Still I am fighting
You off, as you stand there
With your straight, strong, long
Brown hair and your rosy,
Defiant glare, bringing up
From the heart’s pool that old rope,
Tightening about my life,
Trailing love and conflict,
As you ask may you skate
In the dark, for one more hour.
Catrin
traduzione di Fiorenza Mormile
Ti ricordo, bambina,
mentre in piedi in una calda stanza
bianca guardavo alla finestra
la gente e le auto
avvicendarsi al semaforo.
Ricordo te, il nostro primo
scontro violento, la tesa
fune rossa dell’amore
per cui ci siamo entrambe
battute. Era un vuoto
ambientale quadrato, disinfettato
di disegni o giocattoli. Riempivo
i muri con le mie
parole, coloravo tutti i quadrati nudi
con i teneri cerchi selvaggi
della nostra lotta per diventare
separate. Vogliamo, gridavamo,
essere due, essere noi stesse.
Nessuna delle due ha vinto o perso la lotta
nell’acquario appannato da emozioni
che ci hanno cambiate entrambe. Lotto ancora
per staccarti, mentre te ne stai lì,
coi tuoi capelli bruni,
lunghi, lisci e forti, e col tuo roseo
sguardo di sfida, tirando su
dalla pozza del cuore quella vecchia fune,
che si avvinghia attorno alla mia vita,
trascinando amore e conflitto,
mentre chiedi se puoi pattinare
nel buio, per un’ora in più.