M. Capalbi su ANSA
04.01.2012
![]() Nessuno sa quando il lupo sbrana
|
|
autori: | Maddalena Capalbi |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
LIBRI: ‘NESSUNO SA QUANDO IL LUPO SBRANA’, POESIE DI CAPALBI
(NOTIZIARIO LIBRI)
(ANSA) – MILANO, 18 NOV – Non solo una sillogia dicomponimenti, ma un poemetto familiare, prima ambientato in unambiente piccolo borghese, con tanto di madre insoddisfatta epadre fedifrago, e poi riscattato dalla nascita dei figli, di ragazzi che vivono in un appartamento come in ‘un paradiso atempo indeterminato’. E’ la raccolta di poesie ‘Nessuno saquando il lupo sbrana’ della romana Maddalena Capalbi, da anni aMilano, dove coordina il corso di scrittura creativa al carcere di Bollate. (La Vita Felice, 63 pp. 12 euro).
Non una lirica monologica – come ben spiega Anna Maria Carpinella sua prefazione – bensì un ”serrato dialogo di un soggetto femminile con il suo visibile contorno familiare”. Inesso, nell’andirivieni perturbante delle figure familiari piu’ strette, quelle della madre incapace d’amore e del padreambiguo, l’evoluzione da bambina ad adolescente a giovane donnaspesso ribelle, ansiosa di mantenere un ”viso combattente”. Seil passato ha il volto di un padre potenziale stupratore, (‘due padri’), di uno zio dalle dubbie intenzioni (‘Lo zio ricco’), di una zia suora che non perdona (‘Le pecorelle’), il riscatto e’affidato ai giovani, che sono il presente e il futuro. E’ tuttadedicata a loro la seconda parte del poemetto, tanto aereaquanto la prima e’ terrena, quasi opprimente. Qui non ci sonobuchi della serratura attraverso cui spiare o camicie da lavare,ma ‘splendidi animali’ che vivono un ‘paradiso a tempo indeterminato’ in una grande casa comune. Possono vivere le periferie ”divorati da un’unica solitudine”, ostentare tatuaggi e unghie laccate di un ”giallo da due soldi”, piangere ”legami perduti”, ma solo loro sono i ‘piedi piumati’che ”azzardano il volo in un cielo/ che ancora concede/forse”.
Una vera fuoriuscita dal passato per la voce dolente che nellaprima parte del poemetto confessava di anelare a ”un massaggioal cuore/che si sgretola/come la pietra al sole”.
Non una lirica monologica – come ben spiega Anna Maria Carpinella sua prefazione – bensì un ”serrato dialogo di un soggetto femminile con il suo visibile contorno familiare”. Inesso, nell’andirivieni perturbante delle figure familiari piu’ strette, quelle della madre incapace d’amore e del padreambiguo, l’evoluzione da bambina ad adolescente a giovane donnaspesso ribelle, ansiosa di mantenere un ”viso combattente”. Seil passato ha il volto di un padre potenziale stupratore, (‘due padri’), di uno zio dalle dubbie intenzioni (‘Lo zio ricco’), di una zia suora che non perdona (‘Le pecorelle’), il riscatto e’affidato ai giovani, che sono il presente e il futuro. E’ tuttadedicata a loro la seconda parte del poemetto, tanto aereaquanto la prima e’ terrena, quasi opprimente. Qui non ci sonobuchi della serratura attraverso cui spiare o camicie da lavare,ma ‘splendidi animali’ che vivono un ‘paradiso a tempo indeterminato’ in una grande casa comune. Possono vivere le periferie ”divorati da un’unica solitudine”, ostentare tatuaggi e unghie laccate di un ”giallo da due soldi”, piangere ”legami perduti”, ma solo loro sono i ‘piedi piumati’che ”azzardano il volo in un cielo/ che ancora concede/forse”.
Una vera fuoriuscita dal passato per la voce dolente che nellaprima parte del poemetto confessava di anelare a ”un massaggioal cuore/che si sgretola/come la pietra al sole”.