N. Vacca per Curci
![]() Il pane degli addii
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autori: | Vittorino Curci |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Articolo pubblicato su Lankelot a firma Nicola Vacca
Il vero è una condizione imprescindibile per capire cosa accade nella realtà. Vittorino Curci, poeta e musicista, dedica un libro alle interessanti complicazioni del vero nelle nostra esistenza. “Il pane degli addii” raccoglie versi che presuppongono un meditato ascolto. Il poeta da subito non si sottrae alle contraddizioni del mondo e le attraversa chiamando in causa il lettore. Insieme a lui si sporca le mani con l’immobilità della vita, entra nel gelo del tempo, come un viandante incerto affronta la nebbia che inibisce l’orizzonte. “L’inferno a cielo aperto”, questo racconta Curci mentre redige l’inventario delle ferite che non si rimarginano.
Nei giorni freddi sta il poeta e con gli occhi spalancati sul vero scrive versi per esorcizzare uno stato d’allerta: “Le parole sono il dito che ci / ha portati sin qui. Chissà perché / facciamo tutta questa/ confusione tra spazio e tempo / quando basterebbe / una parola, una sola, per sferrare / colpi più precisi”. Davanti alla contemporaneità non resta altro da fare che scrivere una poesia per l’urgenza che richiede il tempo. Questo è il compito etico che svolge Vittorino Curci. Nella sua raccolta sono catalogate le sconfitte, mappati e rendicontati i vuoti e le cancellature.
Ma il poeta va oltre e guarda con equilibrio e serenità, perché è il vero che glielo suggerisce, all’ “inattualità dei sommersi” che tiene conto dell’altra meta dei passi, quelli che servono a fare un cammino proficuo. Vittorino Curci è un poeta che sa ascoltare. Dall’ascolto del reale nasce la sua poesia che evoca presenze e contempla le assenze. Non è da tutti catturare la vita. In questi versi, attraverso il tema dell’addio, il poeta centra meravigliosamente l’importanza di tutto quello che potrebbe andare perduto.
Il suo discorrere con le cose, alla fine, si risolve in un itinerario di salvezza nonostante la disfatta incombe nell’oscura matematica dei giorni glaciali. “Ma cosa ti aspetti dai sinistri corifei / colpiti a morte? Da questo/ mondo che ci trattiene sulla soglia /spostando avanti il peso delle frasi?”.
Vittorino Curci, poeta che non smette di interrogarsi, cerca nel vero la dimora della realtà e ci insegna che fino a quando il nostro secolo è vivo nelle domande, sarà possibile nascere e tornare perché non si è mai andati via per davvero.
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Vittorino Curci (Noci, 1952) poeta e musicista. Collabora alle pagine culturali di diversi quotidiani pugliesi e alla rivista “Nuovi Argomenti”. Nel 1999 ha vinto il premio Montale per l’inedito.
Vittorino Curci, “Il pane degli addii”, La Vita Felice edizioni, Milano 2012.
Nicola Vacca per Lankelot, settembre 2012