Novità editoriale poesia: Storie di acqua, di Angeli e di vento di Giorgio Bolla
![]() Storie di acqua, di Angeli e di vento
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autori: | Giorgio Bolla |
formato: | Libro |
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Interventi artistici di Rosario Morra
Che bel poemetto, Giorgio! Soffuso e denso, visionario eppure quasi tattile... Ange è il nome del tuo gatto, vero? Che chiaramente ti diventa rifrangenza d’anima, quasi il conforto e l’ausilio onirico di un angelo custode, di uno specchio assoluto d’intimità, desiderio e sogno – ma anche guizzo etico del quotidiano, nome o meglio afflato stesso della Poesia.
Ange così diventa il nome stesso della tua poesia, tra zampette e vibrisse, sguardo totale (felino) e orizzonte caparbio di pace, sorvolo disperatamente armonioso.
Ecco, tu riscatti, suturi questo Nulla che non ci appartiene ma ci pretende, ci contamina, come un chirurgo ricuce una ferita, le ridona i confini del sangue e della pelle, delle fibre e dei nervi, dei tessuti non meno invisibili d’anima che i suoi stanchi estenuati muscoli...
E forse solo tu potevi farlo, sublimarlo oggi in poesia – tu che hai mani avvezze a orchestrare un bisturi, a incidere, recidere ad arte le cellule del male; ma anche hai la mente educata ad ascese teologiche, al «gioco del cielo» e soprattutto il cuore calato nell’armonia dei versi, nostri ma sapienti per tutti: «Potremmo andare a vedere/ la neve/ appoggiati su soli/ mai visti...».
Morbido e immaginifico salvi insomma il Sogno nella Realtà – e viceversa... Come certo fa un gatto, ambasciatore di pigrizia e di celeste, «su bave di cielo». Un gatto, Ange, che dunque richiama l’Angelo, quel messaggero o nunzio intermedio tra Dio e gli uomini che sempre è la Poesia.
dalla prefazione di Plinio Perilli
I
Potremmo andare a vedere
la neve
appoggiati su soli
mai visti
o toccarti il fiato
in lontane veglie,
sotto viola passaggi
acque parche di
volontà
e assurdi scarti di
gioia.
III
Titolare il sogno
sulle tue zampette morbide
e felici,
ossute nei contrasti
del gioco
quando su bave
di cielo
arrotondi il tuo andare
fra mura e porti,
sotto siepi spaccate
dal nulla.
V
La musica del mio gatto
scivola su passeggiate
tigresche
perché lui propone
violenti scenari
di teatro
o schiocchi di sangue,
rutilante nel mattino
dove vivono le folaghe
volate di là dal mondo
o assetate di sabbie
da deserti voluti.
VIII
Ange naviga
sulle grandi onde del
letto
spudorate estati
nel volgo del cuore;
non è di tutti
la poesia
e Ange lo sa
così naviga
sulle grandi nubi
di panna
della libertà.