Novità Poesia: Vietato entrare di Fausta Squatriti
![]() Vietato entrare
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autori: | Fausta Squatriti |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Vietato entrare è una raccolta tragicamente immersa nella contemporaneità, ci può colpire allo stesso modo dei dati e delle cronache drammatiche che ci giungono continuamente dai media [...] l’opera poetica di Fausta Squatriti ha sempre teso a rovesciare la percezione del lettore dallo stato di assopimento e di autoassoluzione: qui si riferisce con specifiche dediche a fatti realmente accaduti.
[...] questa raccolta entra come una lama di coltello all’interno dei fenomeni, osserva, separa ed espone contrapponendole le due parti della contraddizione. La politica, la storia contemporanea sembrano essere guidate da un criterio di disuguaglianza e sfruttamento che investe ogni fenomeno sociale: i grandi movimenti migratori, lo sviluppo, la fede, la medicina, gli aiuti umanitari.
[...] Il procedimento compositivo seguito dall’autrice è quello dell’accumulazione, attraverso una sintassi semplice, a volte inframmezzata da forme discorsive, modi di dire, linguaggio basso. L’abolizione dell’uso dell’articolo lascia ai nomi la nuda pregnanza del loro significato, e il verbo usato all’infinito, non coniugato, espone i processi e i fenomeni nella loro generalità e brutalità, privati dalla personificazione operata dalle desinenze.
[...] la tematica centrale della disuguaglianza mantiene l’autrice in un alveo tematico proprio della cosiddetta poesia civile, intendendo questa definizione come poesia di denuncia, dello scavo sotto la superficie pacificante del quotidiano borghese, del pensiero unico convenzionale.
dalla prefazione di Luigi Cannillo
intervalli scriptici di Grazia Varisco
I
Pasto magro d’attesa
sconfigge opulenta meraviglia
strada di punti puntini virgole
a congiungere
contorto profilo
del solo paesaggio possibile
ultima frontiera
altrui cielo e terra rivelata
nel minuscolo spazio concluso.
Che fare di neve irregolare
assolta e sbadata – a parte il biancore –
assistendo a fenomeni fuori misura?
Dentro e tutto attorno
al piccolo globo stuprato
s’invita ancora il rimorso al funerale del bene?
E lo convocano per quando?
Preveggenza lasciata
a spalle troppo erette
sotto il basto della gramigna
subisce involontaria saggezza
pareggia vendetta senza un suo perché.
II
Astro sciupato spaurito
ripulito d’ogni bendidio
galleggia nella glassa dell’universo
amaro allenta le budella.
Meglio sarebbe
starsene composti dentro il cerchio
cercare l’entrata ascoltare l’uscita
sberleffo paura e reticenza.
I vai e vieni
alla berlina di satura arroganza
attorno alla fonte
non si sa per quanto.
S’ingozza salvezza di falsi argomenti
mentre l’ingresso dell’Ade
s’erge cauto nel solo boschetto
che l’albero reciso annota.
Per scherzo
Argo al guinzaglio guaisce l’invito
ai superstiti del credo.
Paura fa anch’essa bellezza.
IV
Che barba parlare d’anima
dentro la teca
urge schizzetto scherzo
contenitore slabbrato
non ce la fa più
smarrisce voce di sentimento strano
sottrae
ubiquità al bordo
sbrodola saggezza:
vaga lenta
nel disgelo
scivola senza dottrina
nel tempo liso dell’universo.
XXIII
Clandestini senza voce
canti stranieri zittiti
a farsi largo nella boscaglia di vagoni e sottopassi
mancano l’appuntamento del presente
per un batter di ciglia.
Beati gli ultimi un giorno saranno i primi
ma quando?
Poca salute.
Come potrebbe trasformarsi in pane
odore succulento
dentro letargo di labbra serrate
all’ispezione
di strani consiglieri?
Grossi pesci
tengono pulito il mare.
per chi infrange le frontiere e muore.