Il tesoro della Sierra Madre
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«Maledizione dell’oro?» Curtin non sembrava affatto convinto. «Non vedo perché l’oro debba essere maledetto. Dov’è questa maledizione? Pettegolezzi da vecchiette! L’oro è benedizione come maledizione: dipende da chi lo possiede. In fin dei conti, è l’indole buona o cattiva del possessore a determinare se l’oro sia un bene o un male. Date a una canaglia un sacco pieno di sassolini o uno pieno di monete d’argento: purché gli sia data la possibilità di fare quello che vuole, egli impiegherà l’uno o l’altro per soddisfare i suoi istinti perversi. E, sia detto tra parentesi, la maggior parte della gente ignora che l’oro in se stesso non serve a nulla. Supponiamo che io possa far credere alla gente che posseggo montagne d’oro: potrei raggiungere gli stessi scopi che se avessi l’oro per davvero. Non è l’oro che trasforma l’uomo, è il potere che l’oro dà all’uomo a trasformare la sua anima. Eppure, questo potere è immaginario: se non è riconosciuto da altri uomini, non esiste.»
Il tesoro della Sierra Madre è stato pubblicato per la prima volta in tedesco nel 1927. La vicenda si svolge in Messico e ha come protagonisti Dobbs, Curtin e Howard, tre avventurieri a caccia di fortuna. Partiti alla ricerca dell’oro, dopo molto peregrinare si imbattono in un giacimento che ben presto inizia a dare i suoi frutti. Tuttavia, in breve tempo il duro lavoro indurisce l’animo dei tre uomini, rendendoli avidi, insofferenti e sospettosi.
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