Gli epigrammi
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testo greco a fronte
So che le mie mani sono vuote d’oro. No, per le Grazie, non mi dire quello
che sempre, o Menippo, è nel mio sogno.
Sempre mi addolora questa frase amara
che ascolto, ed è la meno amabile
tra le cose che tu, caro, mi dici.
Alla fine degli anni ’40 – ben ricordo – gli studi di filologia greco-latina in Italia avevano ricevuto un forte impulso dal rinvenimento e dalla decifrazione dei papiri egiziani di Ossirinco e dai susseguenti studi di valutazione e integrazione di nuovi testi di autori greci (Saffo e Alceo, per esempio, ma in particolare anche vari autori alessandrini del III e II secolo a.C.). E su questo tema non potrei dimenticare le geniali lezioni di letteratura greca e di papirologia che l’Emerito Prof. Vogliano ci teneva alla Statale di Milano su questo argomento. Si confermò, così, l’importanza e l’influenza dell’Ellenismo sullo sviluppo di buona parte della cultura latina e finanche, a secoli di distanza, su quella del decadentismo europeo postromantico. Fra le altre, si era soprattutto precisata e anzi brillava la figura del poeta Callimaco di Cirene peraltro già ben nota anche attraverso i preziosi epigrammi conservati nella Antologia Palatina. La lettura e l’analisi di questi testi callimachei – iniziate per accompagnare un’esercitazione universitaria e poi sollecitate dalla curiosità degli amici e dei compagni di corso – mi avevano a tal punto stregato da indurmi a realizzare e perfezionare sia un testo critico greco aggiornato, sia una versione italiana che esprimesse al meglio le sottili e varie valenze di questo multiforme maestro di poesia. Nelle traversie della mia vita irrequieta il manoscritto del testo greco con relative varianti critiche è andato poi perduto mentre la versione italiana si è potuta conservare solo grazie a una autoedizione vagabonda di 100 esemplari numerati, opera di una ignota cartoleria milanese e datata 1952. Di questa edizione è sopravvissuto, a oggi – che io sappia – un unico esemplare rinvenuto casualmente nella biblioteca della amica e poetessa Marina Massenz e da lei a me generosamente regalato. La presente ed elegante edizione con testo a fronte fa dunque oggi rivivere quella mia traduzione e utilizza per i lettori eruditi di oggi il testo greco presente in: Anthologie Grecque, Les Belles Lettres, Texte etabli par Pierre Waltz e Jean Guillon, Paris 1928. Per questa generosa iniziativa, per l’appoggio e la realizzazione dell’opera voglio però qui particolarmente ringraziare Gerardo Mastrullo, Diana Battaggia e Gianna Di Iorio per il loro insostituibile contributo.
dall'Introduzione di Meeten Nasr
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Avvenire 6 5 16 P. Rossi per Gli epigrammi di Callimaco tradotti da Nasr Meeten
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Eventi collegati a Gli epigrammi
Milano 15.3.16 Meeten Nasr e Gli epigrammi di Callimaco
Officina Coviello, il 15.03.2016alle ore 18.30, via Tadino 20, Milano
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