Un italiano a Khartoum
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prefazione di Giovanni Santambrogio
Nella seconda metà dell’Ottocento l’Africa era ancora in buona parte terra incognita, ma stava subendo un rapido processo di penetrazione e di conquista da parte delle principali potenze europee. Nel complesso contesto in cui si stava sviluppando the scramble for Africa, molte regioni del continente erano attraversate da un gran numero di europei: missionari, esploratori, commercianti, militari, avventurieri, mossi da scopi diversi e in qualche caso coincidenti. Giuseppe Cuzzi, brianzolo di Colle Brianza, è uno di questi, e l’autore ne ricostruisce per la prima volta in un libro l’avventurosa vicenda, rimasta sconosciuta ai più. La ricerca di Ronzoni, attraverso le vicissitudini di Giuseppe Cuzzi, consente al lettore di addentrarsi in uno dei momenti più drammatici e decisivi della storia africana degli ultimi duecento anni, un intricato scenario in cui si incontravano e si scontravano civiltà, popoli e religioni. Inserito nella collana “Le Brianze”, il volume inaugura la sezione “Biografie”, che racconterà la vita di donne e uomini che si sono distinti per opere, ideali, imprese, avventure entrando nella storia nazionale fino, per alcuni di loro, a contribuire alla sua stessa costruzione e fama. Il saggio storico di Domenico Flavio Ronzoni ricostruisce la vita, quasi del tutto sconosciuta ai più, di Giuseppe Cuzzi, un brianzolo nato a Nava (Colle Brianza, LC) che, dopo aver combattuto in Italia con Garibaldi e successivamente in Francia e in Montenegro, si diede ai commerci in Africa. Giunto nel Sudan, dove era da poco scoppiata la rivolta islamica del Mahdi, conobbe il generale inglese Charles G. Gordon, inviato dal governo britannico per organizzare l’evacuazione di Khartoum, e accettò di diventare suo collaboratore. Cuzzi per più di due mesi, grazie al telegrafo, rappresentò l’unico collegamento tra Gordon, assediato in Khartoum, e i governanti inglesi al Cairo e a Londra. Caduta la città, Cuzzi fu catturato dai ribelli e dovette trascorrere in prigionia ben quindici anni, durante i quali fu costretto a convertirsi all’Islam e vide morire la moglie e una figlia. Liberato dopo grandi sofferenze nel 1898, tornava in Italia l’anno dopo con una bimba di cinque anni, sistemandosi a Milano, facendo per breve tempo parlare di sé, ma morendo povero e dimenticato nel 1923. Le città di Milano e Como gli hanno dedicato una via, così come ha fatto, in Brianza, il Comune di Missaglia, ma questo di Ronzoni è il primo libro che ne ricostruisce la sua così particolare vicenda biografica.
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Crippa su “Il Giorno - Ed. Monza-Brianza” per «Un italiano a Khartoum» di Ronzoni
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Calendario presentazioni della collana «Le Brianze»
il 23.11.2019alle ore 17.00
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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