La vita sportiva di Carlo Galetti
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introduzione di Alberto Figliolia
«Chi lo vede per la prima volta non può nascondere un moto di incredulità. Carlo Galetti è piccolo, asciutto, talchè difficile torna di convincere il profano osservatore di quanto questo, che sembra apparentemente un esile uomo, possa fare. Nelle ore non dedite all’allenamento, ed alle corse, il campione del pedale non tradisce quasi mai la sua qualità. A differenza di molti tra i più reputati atleti del ciclismo, Galetti, ama foggiarsi come un semplice benestante, ed il suo abbigliamento non rivela certo la ricercatezza elegante. Il vincitore di due Giri d’Italia, cresciuto al lavoro, passato tra i disagi della vita sana ma faticosa dell’operaio, tiene in sé anche ora, malgrado la innalzante notorietà, qualche cosa che ricorda il piccolo lavoratore. Ma ciò, che la silhouette di primo colpo non rivela, lo esprime ad iosa il viso. Un viso un po’ stanco, come se in qualche piega d’esso fosse dato di leggere tutti gli sforzi di contrazione cui fu costretto; ma un viso quant’altri mai espressivo, mobilizzato dalla chiarezza di due occhietti furbi ed acuti, che dicono tutta la forza di carattere dell’uomo prodigio.»
Polvere e fango. Solleone e pioggia. Correre al buio, nella nebbia, fra intemperie, fame e sete. Questo era il ciclismo dei pionieri: epico, romantico, fatica e gloria. Carlo Galetti (Galletti per l’anagrafe) fu uno dei suoi più appassionati e appassionanti pionieri. “Lo scoiattolo dei Navigli” lo chiamavano. Difatti era nato a Corsico, tagliata in due dal Naviglio Grande, con le verdi acque dirette verso l’antico e poetico porto di Milano, ossia la Darsena. Il Carlo tracciò un’autentica epopea in quegli anni eroici della bicicletta arrivando secondo dietro Luigi Ganna nella prima edizione del Giro d’Italia (1909) e vincendo poi la seconda e la terza a livello individuale e la quarta corsa con la formula a squadre (Atala). Il Galetti – piccolo, forte, astuto – investì i suoi guadagni in una tipografia, dal cui stabilimento sarebbe uscito il volumetto La vita sportiva di Carlo Galetti, a firma di Emilio Colombo, che celebrava le gesta del corridore del paese del Sud-Ovest milanese. A sua volta Emilio Colombo era un pioniere: calciatore nella U.S. Milanese prima, direttore della «Gazzetta dello Sport» e del «Guerin Sportivo» poi. Grazie alla sua prosa fiorita ed evocativa rivivono, in questo prezioso libro datato 1911, le avventurose gesta di Galetti e con lui quelle degli antagonisti, amici e rivali: Eberardo Pavesi, il breriano “Avocatt in bicicletta”; il possente varesino Luigi Ganna; l’astigiano Giovanni Gerbi, il celeberrimo “Diavolo rosso”, atleta da tregenda e dagli infiniti aneddoti.
Articoli che parlano di La vita sportiva di Carlo Galetti
03 06 2017 La Gazzetta di Parma per "La vita sportiva di Carlo Galetti"
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5 5 2017 il Giornale per "La vita sportiva di Carlo Galetti"
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