Avventure tra cielo, terra e mare
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Descrizione |
traduzione di Daniele Colombo
con illustrazioni di Jules Férat ed Émile Bayard testo francese in appendice «Il 18 ottobre 1825, l’Asia, vascello spagnolo d’alto bordo, e il Constanzia, brigantino da otto cannoni, approdavano all’isola di Guajan, una delle Marianne. Da sei mesi le due navi avevano lasciato l’Europa e i loro equipaggi, mal nutriti, mal pagati, sfiniti dalla fatica, tramavano in sordina progetti di rivolta. Sintomi di indisciplina si erano evidenziati soprattutto a bordo del Constanzia, al comando del capitano don Orteva, un uomo tutto d’un pezzo, che nulla sarebbe riuscito a piegare.»
Due racconti di Jules Verne, scritti prima di diventare il grande autore di romanzi che conosciamo: Un’avventura in Messico e Un’avventura nei cieli. Nel primo, il punto di partenza è un ammutinamento con ambientazione esotica (il Pacifico). Verne costruisce una storia che somma al racconto di viaggio per mare i temi storici (la nascita della Marina messicana), scientifici (la natura del Messico) nonché quelli economici e sociali (la descrizione dell’agricoltura e del sistema di caste che caratterizzavano la società messicana appena uscita dall’esperienza coloniale). A fare da motore e collante fra questi elementi, il movente della vendetta personale o politica che muove i personaggi lungo meridiani e paralleli, nel perseguimento di un obiettivo di personale felicità che sembra sempre allontanarsi e spostarsi su un orizzonte altro da quello in cui si trovano ad agire.
In Un’avventura nei cieli, un aeronauta si trova a bordo della sua mongolfiera insieme a uno squilibrato. L’intruso approfitta del lungo viaggio per sciorinare al narratore una lunga serie di incidenti aerei, fino al drammatico scioglimento finale.
Due racconti in cui Verne ha modo di esibire tutta la sua perizia nel raccontare.
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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