Su terreni di sabbia

In questa raccolta la poetessa ci regala, a mio avviso, il suo libro più intenso: acuto, tragico ma insieme pudico, dove ancora una volta, e con notevole maestria, i testi vivono di immagini sospese tra vita e memorie, tra luoghi reali e scene del sogno. La coesistenza di realtà vissuta e slanci lirici, di intuizione del tragico dell’esistenza e di momenti lievi, sono elementi che fanno della poesia di De Angelis una voce precisa, capace di pulizia formale: una poesia scabra, con un lessico quotidiano, ma capace anche a volte di un registro espressionistico, seppure mai retorico.

La parola poetica di Mariolina si dà con intensità di sguardo e rapidità di pensiero, offrendosi al bianco “nuda”, potrei dire, come essiccata, priva di impurità, ma dentro di sé porta la memoria del tempo che l’ha attraversata, con le cesure, le perdite, le crepe che ci sono state, per questo ogni immagine colpisce il lettore.

Sono molti i testi importanti che esprimono questo senso di vita terrestre/terrena, direi, quasi si rivelasse in versi un “sentimento del tempo” della poetessa che vede la vita, ogni vita, come un viaggio breve e precario, in cui si svela l’umana impotenza di fronte a ciò che non si può fermare: il tempo, la sua legge di trasformazione che tutto travolge, trascina, trasforma e muta. Alla certezza della perdita si affianca però uno slancio, uno sguardo in alto verso il cielo, verso le stelle, regalandoci così versi in cui troviamo quell’insieme di malinconia e levità, dolore e sorriso che sempre segnala la poesia di Mariolina De Angelis, rendendola una parola tanto vicina a ciascuno di noi.