Il Principe Felice
![]() |
€ 11,40 invece di € 12,00
EUR
Spedito in 1 giorno
|
Descrizione |
cura e traduzione di Silvio Raffo
con illustrazioni di Jules Férat ed Émile Bayard testo inglese in appendice
«Chi sei?» gli chiese. «Sono il Principe Felice.» «E perché piangi allora?» chiese la Rondine. «Mi hai inzuppata tutta.» «Quand’ero vivo e avevo un cuore umano» rispose la statua, «non sapevo che cosa fossero le lacrime, perché vivevo nel Palazzo della Gioia, dove al dolore non era permesso entrare. Di giorno giocavo con i miei compagni nel giardino, e la sera davo inizio alle danze nella Grande Sala. Intorno al giardino correva un muro molto alto, ma non mi preoccupai mai di chiedere che cosa vi fosse al di là, tanto era meraviglioso tutto ciò che mi circondava. I miei cortigiani mi chiamavano il Principe Felice, e felice io ero infatti, se il piacere è felicità. Così sono vissuto, e così sono morto. E ora che sono morto, mi hanno posto quassù, tanto in alto che posso vedere tutte le brutture e le miserie della mia città, e sebbene il mio cuore sia di piombo, non posso fare altro che piangere.» Accade non di rado che in opere cosiddette minori si esprimano, più o meno consciamente, velati da una sorta di discreto pudore o magari lasciati affiorare per stanchezza delle solite “maschere”, certi segreti umori della sensibilità di un autore, certe sfumature del suo essere che a un’analisi appena un po’ attenta si rivelano poi tutt’altro che casuali e irrilevanti, anzi al contrario essenziali per la comprensione di una poetica e, ancor di più, di un’anima. È il caso delle novelle di Oscar Wilde contenute nella raccolta Il Principe Felice, novelle che per molti aspetti possono essere considerate favole, anche se di un genere speciale: favole per adulti più che per bambini. È Wilde stesso a dichiarare – in una lettera a un amico, proprio come Dante a Cangrande della Scala a proposito della Divina Commedia – che scrive queste storie con un intento preciso, quello di proporre «uno specchio della vita moderna in forme lontane dalla realtà, di trattare problemi contemporanei in modi ideali, metaforici e non direttamente rappresentativi»: l’intento di comunicare delle verità, anche e soprattutto tristi, e di proporre degli “esempi” di comportamento morale. dall’introduzione di Silvio Raffo |
Chi ha visto questo prodotto ha guardato anche... |
Il commento è stato inserito correttamente!
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.