Madri detenute
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Descrizione |
Aurora è una donna di quasi 40 anni che ha deciso di trascorrere la seconda parte della sua detenzione insieme alla figlia Celeste. Mamma e figlia si ritrovano in icam dopo 6 mesi di separazione. Durante il primo mese di permanenza in istituto, la piccola Celeste, di due anni, chiamava “mamma” tutte le educatrici che lavoravano in icam. Ogni volta che la bambina pronunciava la parola “mamma” rivolta a un’altra donna, potevo sentire il dolore provato da Aurora. Il tempo è trascorso e Celeste è tornata a chiamare “mamma” solo la propria madre. Il loro percorso in icam è durato circa un anno. Durante una delle nostre chiacchierate Aurora mi ha detto: «Una persona può scegliere di fare due cose quando entra in carcere: vivere la detenzione in modo passivo oppure in modo attivo». Lei ha scelto la seconda opzione per sé e per la sua bambina. Aurora ha ragione, si può scegliere di lasciarsi vivere o di vivere conoscendo il carcere. Valentina ha fatto la stessa cosa, ha fatto del suo lavoro di educatrice in carcere un privilegio e un atto di gentilezza; ha scelto di dar voce a tutte le donne detenute che ha incontrato ma ha parlato anche per quelle che non ha conosciuto. Con questo libro vuole raccontare e raccontarci lo stato attuale delle sezioni femminili in Italia, con la delicatezza e la fermezza che solo chi ha a cuore l’altro riesce a usare. dalla Prefazione di Federica Barile Quarta di copertinaNon sono una matricola identificativa. Non sono solo il reato che hanno commesso. Sono un nome e un cognome. Sono una storia. Sono figli e figlie. Sono madri e padri. Sono mogli e mariti. Sono amici. Sono occhi. Sono lacrime. Sono sorrisi. Sono pensieri. Sono desideri. Sono sensi di colpa. Sono esseri umani. Siamo esseri umani. Non sono una matricola identificativa. Non sono solo il reato che hanno commesso. Sono un nome e un cognome. Sono una storia. Sono figli e figlie. Sono madri e padri. Sono mogli e mariti. Sono amici. Sono occhi. Sono lacrime. Sono sorrisi. Sono pensieri. Sono desideri. Sono sensi di colpa. Sono esseri umani. Siamo esseri umani. |
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