Aleksandr Sergeevič Puškin
(1799-1837) nato a Mosca da una famiglia di antichissima nobiltà ma impoverita, è considerato il fondatore della lingua e della letteratura russa moderna. Legatosi precocemente a circoli riformisti e liberali, trascorse per questo la sua breve esistenza in esilio prima, e sotto stretta sorveglianza poi. Morì per le ferite riportate in un duello – svoltosi alla Čërnaja Rečka di Pietroburgo – pochi mesi prima dei suoi 38 anni. Tra le sue opere principali, il romanzo in versi Evgenij Onegin (1823-31), considerato un’autentica enciclopedia della vita russa, il dramma Boris Godunov (1825), scabra disamina della natura inevitabilmente maligna del Potere, e I racconti di Belkin (1830), vero caposaldo della prosa russa, tanto che Tolstoj, dopo un’ennesima lettura, esclamò: «Così bisogna scrivere!».