Helen Moore

Helen Moore è un’ecopoetessa pluripremiata e un’artista socialmente impegnata che vive nella Scozia del Nord-Est. Ha studiato francese e tedesco alla Oxford University e si è laureata con lode in Letteratura comparata e generale all’università di Edimburgo. Della sua prima raccolta poetica, Hedge Fund, And Other Living Margins (Shearsman Books, 2012), Alasdair Paterson ha scritto: «Si inserisce nella grande tradizione della politica visionaria all’interno della poesia inglese.». La seconda raccolta, Ecozoa (Permanent Publications, 2015), ribatte alla tesi scientifica del cosiddetto “Antropocene”, sostenendo invece la prospettiva di Thomas Berry di un’era “Ecozoica”, nella quale “vivremo sulla Terra come una comunità”. Il poeta australiano John Kinsella ha salutato quest’opera come «una pietra miliare nel percorso dell’ecopoesia». Le poesie di Helen e le recensioni dei suoi libri sono state pubblicate su numerose riviste specializzate nazionali e internazionali. Helen viene regolarmente invitata a leggere le sue opere in occasione di manifestazioni letterarie e ambientaliste. In quanto artista socialmente impegnata, conduce seminari di poesia e scrittura creativa, spesso mirati a promuovere il benessere della comunità. Ha preso parte, inoltre, a una serie di progetti sociali a sfondo ecologico, dirigendone alcuni e collaborando con artisti di discipline diverse, tra cui il cineasta Howard Vause. Nel 2013 la loro videopoesia Greenspin si è aggiudicata il terzo premio al Liberated Words International Poetry Film Festival. Il poema/inno di Helen dal titolo Glory be to Gaia, musicato da Guy Wilson, è stato cantato da un coro di musica sacra nella cattedrale di Winchester all’interno del programma “Futures of Capitalism” 2014.
Attualmente Helen sta completando la sua terza raccolta poetica, The Disinheritance, una ricerca personale di giustizia attraverso la poesia all’interno di un contesto più ampio nel quale regna la spoliazione in varie forme. Tra queste, il retaggio coloniale in Australia e Scozia, l’impatto della civiltà industriale e l’eredità che lasceremo alle generazioni future.

Helen Moore is an award-winning ecopoet and socially engaged artist based in NE Scotland. She studied French and German at Oxford University and has an MA (with distinction) in Comparative and General Literature from Edinburgh University. Her debut poetry collection, Hedge Fund, And Other Living Margins (Shearsman Books, 2012), was described by Alasdair Paterson as being “in the great tradition of visionary politics in British poetry”. Her second collection, Ecozoa (Permanent Publications, 2015), responds to what scientists term the “Anthropocene Era”, upholding instead Thomas Berry’s vision of the “Ecozoic Era”, where “we live in Earth as our community”. It has been acclaimed by the Australian poet, John Kinsella, as “a milestone in the journey of ecopoetics”.
Helen’s poems and book reviews have been published widely in national and international journals and magazines, and she is regularly invited to read her work at literary and environmental events. As a socially engaged artist, Helen facilitates poetry/creative writing programmes, often to support health and wellbeing in the community. She has also worked on and directed a range of ecologically oriented community projects, collaborating with artists rom various disciplines, including film-maker Howard Vause. Their video-poem Greenspin won 3rd prize in the Liberated Words International Poetry Film Festival in 2013. And Helen’s poem/hymn Glory be to Gaia, set to music by Guy Wilson, was sung by a massed choir in Winchester Cathedral as part of the “Futures of Capitalism” 2014 programme.
Helen is currently completing her third poetry collection, The Disinheritance, a personal quest for poetic justice within the broader context of dispossession in a range of forms. These include the colonial legacy in Australia and Scotland; some impacts of industrial civilisation; and the legacies we’re leaving future generations.