Confessioni mai fatte
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Descrizione |
«Posso mettermi comodo. L’astratto, il sogno, per me sono limitati quanto il concreto, il reale. Cosa posso fare? In uno specchio stretto, mostrare la parte per il tutto? Confondere l’alone con gli schizzi? Rifiutare di urtare i muri, di sbattere contro le finestre? Nel buio della notte. Finché non riesco a vedere chiaramente, voglio darmi la caccia, combattere contro me stesso. Chi, sentendosi armato contro se stesso, pur con le parole più inutili, non ci proverebbe, anche solo per far centro nel vuoto? È sbagliato. Non è un granché. Ma esercita l’occhio. Vorrei cucire, pungere, uccidere, solo con la punta più estrema. Il resto del corpo, il resto, che perdita di tempo! Non viaggiare che sulla prua di me stesso.» Andare alla scoperta di sé, enunciare le disposizioni segrete dell’Io, mettere a nudo i meccanismi sentimentali, sperimentare le ambiguità della differenza sessuale, lottare con la tentazione dell’assoluto, questa è l’impresa avviata da Claude Cahun nel 1919. Per mettersi alla prova e dare forma alla sua “avventura invisibile” punta su due strumenti: la scrittura e la macchina fotografica. Sa fin dall’inizio che l’introspezione della “confessione” è un’illusione sterile, che l’intuizione diretta è impotente a restituire la singolarità dell’esperienza. È attraverso il gioco delle incarnazioni e delle metamorfosi che il sé si rivela e si inventa all’infinito: «Sotto questa maschera, un’altra maschera. Io non smetterò mai di sollevare tutti questi volti» scrive. In Confessioni mai fatte, libro terminato nel 1928, l’artista mette in scena se stessa, interpretando i propri ruoli, provocatori o ironici, idealizzati o odiati, personaggi mitici, maschili e femminili, neutri o inclassificabili. Quest’opera totale combina fotomontaggi, prodotti in collaborazione con la sua compagna Suzanne Malherbe (Marcel Moore), frammenti di diari e lettere, poesie, prosa polemica e considerazioni speculative. Se ancora oggi Claude Cahun affascina così tanto i lettori è perché è considerata un precursore. Individualista e ribelle, esplora con incredibile e intransigente audacia l’identità sfuggente e sovverte tutti i generi. Confessioni mai fatte, il suo libro più importante, parla anche della radicale stranezza e dell’irrefrenabile libertà dell’essere.
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